(Foto copertina da Cgia-Mestre)
Continua la collaborazione col nostro Magazine in sincronia a Radio Città 105 del dottor Lio Fiorentino, noto psicologo-psicoterapeuta pugliese, nonché personaggio di primo piano della cultura meridionale nelle vesti di scrittore, poeta e saggista, che sta arricchendo, come da diversi riscontri dell’utenza, il palinsesto dell’emittente ebolitana parimenti agli editoriali della testata.
Questa volta il dottore Lio Fiorentino, tratterà un’analisi approfondita, quanto arguta, sull’uso indiscriminato dei social network e la loro influenza sulla nostra psiche, vere e proprie moderne patologie 3.0.
Difatti da qualche anno oramai, stiamo trasferendo la nostra personalità in degli Avatar virtuali, che navigano alla velocità di megabyte con codici binari, in cui noi possiamo conferire tutti i più reconditi “desiderata esistenziali”, che non siamo riusciti a realizzare concretamente nelle nostre vite,causandoci, disagi e frustrazioni d’ogni sorta.
Registriamo come fruitori ma anche come informatori, variegati profili caratteristici dagli strumenti social, ci sono plurime personalità degne di nota ed in pianta stabile su tali piattaforme: il narciso, il persecutore, l’odiatore, lo spione etc, insomma una carrellata di composita umanità addotta da atteggiamenti psicotici, poco assertiva e di contro molto belluina, che lasciamo allo scibile sapienziale del dottor Lio Fiorentino, in questa sua compendiosa analisi divulgativa.
BUONA LETTURA!!!
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I social network, così utili per comunicare e per ridurre distanze,da un punto di vista psicopatologico, servono purtroppo anche per produrre un cambiamento d’identità, come quando ad arte se ne crea una fittizia (Gender swapping)o quando si assumono le sembianze di personaggi famosi da impersonare (fake)oppure quando s’inviano messaggi provocatori (troll),capaci d’immettere in rete comportamenti aggressivo -distruttivi,paradossali e senza senso.
Lo stalking,il sexting (forme di Cyberbullismo adolescenziale e adulto)sono anch’esse da annoverare nelle forme di cattivo uso dei social,come anche l’hacking,cioè presentarsi sotto mentite spoglie utilizzando
profili altrui. Anche lo spywar s’affaccia come un’indebita intrusione nella vita privata delle persone conoscendone gusti e preferenze .
Ne’si può dimenticare il phishing ossia l’acquisizione di informazioni personali usando comunicazioni fasulle che imitano le grafiche o contenuti istituzionali,o il lurking che è un modo di visitare i profili altrui senza che se ne abbia l’autorizzazione .
Spesso affidarsi ai social per questi usi impropri risponde a bisogni più profondi della personalità .Si tratta di personalità disturbate che vogliono “esserci”sentirsi parte di una comunità da cui si è stati esclusi o ci si e’autoesclusi . Si tratta di soggetti che chiedono visibilità in quanto desiderosi di esseri considerati come se la loro psiche vivesse in uno stato perenne adolescenziale .
La messa in atto di comportamenti aggressivi e’tipico dei troll,provocatori
che vivono ai margini di contesti vari (culturali ,sociali,ecc.) che tentano di attirare l’attenzione su di se’o di disturbare la comunicazione ,gettando fango
sui social con menzogne e offese. Il troll si comporta così anche per
cercare una sua mancata desiderabilità sociale,per coltivare il proprio narcisismo patologico ferito e la propria vanità.
Sullo sfondo personalità insicure incapaci di confrontarsi su un piano di realtà,con la recondita voglia di confrontarsi per esempio con personaggi celebri di una comunità che hanno lasciato il segno sul piano scientifico o culturale-artistico .
Anche il modificare la propria immagine sui social (tagging) a propria insaputa con immagini non sempre consone alla morale corrente o con contenuti di un testo in cui veniamo citati,rientra in questo tipo di reato informatico.
Secondo molti studiosi insomma si sta sviluppando sui social un’identità ‘fluida”e una sorta di analfabetismo emotivo ,nel senso che non si possono in tali contesti controllare le proprie emozioni e i propri comportamenti ,non si è più consapevoli dei motivi per cui provi una certa emozione,in balia
a volte degli umori altrui.
E inoltre,aggiungerei,il grande assente sui social e ‘ il corpo,quindi emozioni avulse dal corpo in assenza di privacy. Anche i ruoli sono indeboliti (papà e figli amici su facebook per esempio ) e simili cose,indebolimento dei ruoli, gossip in espansione,fino a raggiungere forme di Cyberbullismo .
Poi c’è il fenomeno dell’invidia digitale che nasce dal confronto con
i legami deboli. Nasce così l’equazione :piu legami forti Meno invidia digitale e viceversa. E poi non dimentichiamo”la solitudine”dei social che ci avvicinano e ci allontanano all’altro,uno schermo protettivo utile per vivere senza mai scegliere,
Un nuovo modo per attenuare e non affrontare le problematiche della coppia per esempio,in cui ognuno si rifugia in questa nuova forma di solitudine del 21esimo secolo.
Lio Fiorentino psicologo psicoterapeuta