L’ATTIVISTA LGBT SARA HEGAZY E IL SUO ARCOBALENO CHE NON SPLENDERÀ PIÙ’
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L’ATTIVISTA LGBT SARA HEGAZY E IL SUO ARCOBALENO CHE NON SPLENDERÀ PIÙ’

Il corpo senza vita dell’attivista Lgbt Sara Hegazy, è stato trovato ieri nella sua abitazione in Canada. Torturata e arrestata per aver sventolato una bandiera arcobaleno ad un concerto, lascia un messaggio di perdono al mondo.

Sara Hegazy è stata trovata morta nel suo appartamento in Canada, (dove risiedeva dal 2018) dopo aver ricevuto asilo politico. Attivista Lgbt nell’Egitto di Al Sisi, nel 2017 era stata incarcerata dopo aver sventolato una bandiera arcobaleno ad un concerto dei Mashroù Leila, il cui front-man Hamed Sinno è anch’egli attivista Lgbt. Hegazy venne incriminata per «promozione della devianza sessuale e depravazione»; trattenuta per tre mesi in carcere- dove venne torturata e stuprata- venne rilasciata su cauzione. Tre mesi certamente difficili da superare, che hanno infierito sulla psiche della ragazza a tal punto da spingerla al suicidio. In casa gli inquirenti hanno trovato un biglietto: «Ai miei fratelli. Ho tentato di trovare riscatto e non ci sono riuscita, perdonatemi. Ai miei amici. L’esperienza è stata dura e sono troppo debole per resistere. Al mondo. Sei stato estremamente crudele, ma io perdono».  

Giovanna Iammucci