INIZIAMO UNA RASSEGNA A PUNTATE SULLA FIGURA DEL DOTTO: LETTERATO, CRONISTA E CHIERICO, PIETRO DA EBOLI, PERSONAGGIO DI SPESSORE DEL MEDIOEVO MERIDIONALE, TENUTA DAL CULTORE, VITTORIO CAMPAGNA.
Pietro da EboliVate latino della letteratura Italiana (1)
Un intreccio distoria, epica,poesia elegiaca e opera d’arte.
Correva l’anno 1220, secondo la tradizione, quando Pietro da Eboli morì; lasciando al mondo della cultura una delle più grandi opere del latino medievale: il <<De Rebus Siculis Carmen Ad Honorem Augusti>>, in 1680 versi distribuiti i tre libri di diversa lunghezza.
La poetica dell’ebolitano è storia. È unica nel suo genere, sia per quanto riguarda la letteratura classicache medievale; perché, nel raccontare la successione dinastica Normanno – Sveva nel Regno di Siciliadi fine XII secolo,l’Ebolitano riporta da cronista-reporter consumato fatti realmente accaduti e vissuti in prima persona, confortati da “fotografie” (cinquantaquattro miniature). Si presenta come un “inviato” in un “teatro di guerra”. È un giornalista “ante litteram” che racconta nitidamente la storia del Regno di Sicilia dal 1189 al 1194 “in diretta”; e forse fece in tempo a consegnare l’opera elegiaca a Enrico VIin persona, cui è dedicata l’opera, poco prima che l’imperatore morisse il 28/9/1197 a soli 32 anni.Il poeta s’immedesima tanto nei personaggi da entrare nei minimi dettagli; va nei particolari; entra nella psicologia dei personaggi, racconta le emozioni, le paure, le aspettative, le speranze; racconta persino la fede e il timore di Dio che fa rivivere nei personaggi, quando le avversità attanagliano i protagonisti.Le miniature poi, ben cinquantaquattro! Si, anche le miniature, le quali sono da considerarsi come fotografie che illustrano e attestano la cronaca delle particole e rendono l’opera in se originale perché oltre all’esposizione in versi vi è anche l’illustrazione grazie alla quale il poeta sembra letteralmente catapultato nei fatti raccontati, divenendo un tutt’uno con essi; mentre il lettore, come “risucchiato” da una “macchina del tempo”, riesce a vivere personalmente la storia e beneficia in diretta di un’erudizione di quell’epoca che va ben oltre la conoscenza della storia medesima.
La poesia dell’ebolitano è epica perché mira a esaltare il suo eroe, Enrico VI; infatti,nella composizione poetica, preso da tanta emotività, lo porta persino a essere di parte; da un lato sminuisce fino a ridicolizzare gli avversari dell’Imperatore, dall’altro esalta lo Svevo al punto da far coincidere il suo avvento nella storia col ritorno del Messia biblico, descritto con l’’età dell’oro di Esiodo e di Ovidio.
La poesia di Pietro è elegiaca perché è pregna di sentimenti e rammarichi nostalgici dovendo descrivere tanta sofferenza e morte da devastare per oltre cinque anni il “Regno del Sole”.
La poesia di Pietro è, Infine, è opera d’arte. G.B.Siragusa afferma: <<Come opera d’arte merita forse di essere tenuto in maggior conto che non si sia fatto sinora. Solo chi conosce parecchi componimenti poetici del medio evo, e specialmente dei secoli XI e XII, potrà convenire nella sentenza che questo dell’Ebolitano…sia uno dei migliori>>. Un’opera d’arte non può essere ancora vittima dell’oblio. È tempo che veda la luce e diventi “fonte” di conoscenza per tutti. Nel 2020 ricorrono gli ottocento anni dalla morte di Pietro da Eboli; il “nostro giornale” invita le Istituzioni locali, provinciali e regionali a ricordare degnamente codesto nostro illustre concittadino per tale ricorrenza, sollecitando anche la “Pubblica Amministrazione” a far inserire nei programmi ministeriali di latino, almeno nella nostra regione, l’opera di Pietro, ma anche nella letteratura italiana perché è un italiano di Eboli. Il giornale propone, infine, di istituire il <<Primo concorso di saggistica storico-letteraria“Pietro da Eboli”>>, con le premiazioni a fine 2020.
- Pietro da Eboli, Vate latino della letteratura italiana. L’Aurora Edizioni, Torchiara, 2018.