AUTONOMIE, COSTITUZIONE E SOLIDARIETÀ NAZIONALE SONO COMPATIBILI?
Economia Italia

AUTONOMIE, COSTITUZIONE E SOLIDARIETÀ NAZIONALE SONO COMPATIBILI?

UN TEMA MOLTO SENTITO CON SCUOLE DI PENSIERO DIAMETRALMENTE OPPOSTE:

VEDIAMO COSA NE PENSA A PROPOSITO L’INTELLETTUALE ERASMO VENOSI.

ARTICOLO E FOTO TRATTE DA MOVIMENTO24AGOSTO.IT

https://movimento24agosto.it/la-legge-sullautonomia-uccide-la-costituzione/?fbclid=IwAR24L2xNnZs76m04FO3aQ8QUAAmcAeYeS_FDMYmH-KCsUstbITPozlKSaPs

LA LEGGE SULL’AUTONOMIA UCCIDE LA COSTITUZIONE

di Erasmo Venosi

“La liquidazione senza referendum della prima parte della Costituzione. Non diversamente può essere qualificata la modalità di determinazione dei LEP ( livelli essenziali di prestazioni ) che dovrebbero garantire a tutti i cittadini uguali diritti civili e sociali come salute, istruzione, trasporti. LEP previsti dalla riforma costituzionale del 2001 (art 117 , co 2 lettera m, Costituzione)  e dalla legge 42 del 2010. LEP mai definiti e finanziati con il criterio della spesa storica cioè legati al quanto si spendeva negli anni precedenti e che hanno di fatto reso concreta la affermazione che i “sudisti” vivono una “cittadinanza limitata”.

Il ministro Boccia con tre articoli sotto forma di emendamento alla legge di bilancio delinea:

  1. a) l’attribuzione alle Regioni di forme particolari di autonomia;
  2. b) disciplina e definisce i Livelli Essenziali delle Prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale. Non si può non rilevare la non coerenza con l’art 5 della Costituzione che esprime l’esigenza di conciliare unità nazionale e autonomie territoriali.

Non volete chiamarla come dice Viesti la “secessione dei ricchi” ma di certo è un distacco di fatto, su materie fondamentali da parte di alcuni territori dal resto del Paese. Ricadute inevitabili, a che ne dica Boccia, sul principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 Cost. e all’art . 5 Cost. a cui si   ricollega tutte le volte in cui le regioni erogano servizi collegati alla attuazione di diritti costituzionali  che ad “ autonomia “ attuata riguarderanno l’istruzione, il lavoro, la previdenza, l’assistenza, la casa, la cultura.  Il Veneto va oltre chiede la ventiquattresima materia la gestione dell’immigrazione mentre la Lombardia scende a 20 materie ( erano 23) e l’Emilia Romagna sale da 15 a 16.

Quello che colpisce nell’emendamento Boccia è l’imbroglio del riferimento al fabbisogno standard delle regioni con l’inequivocabile riferimento alla  “risorse iscritte nel bilancio dello Stato a legislazione vigente “ e gli opachi , inaccessibili  calcoli fatti dalla società SOSE partecipata dal ministero delle finanze e dalla Banca d’Italia che hanno tra l’altro preso a riferimento i dati forniti dalla Ragioneria dello Stato invece di quelli documentati nei Rapporti annuali CPT ( Conti Pubblici Territoriali ).

Conti sul fabbisogno standard che anche il leghista , bocconiano Giorgetti  chiosò con queste parole “se il federalismo aveva l’obiettivo di rendere trasparenti e chiari i meccanismi di distribuzione delle risorse, oggettivamente credo che questa missione non sia stata compiuta. Si fa decisamente fatica, anche per il circolo esoterico degli addetti ai lavori, a ricostruire i passaggi”.

Ci sarebbe da scrivere moltissimo infine sulla modalità di calcolo dei residui fiscali operati dalla Ragioneria. Termino con le parole di un fine giurista e padre costituente Aldo Moro che con queste parole commentò l’art 3 in Assemblea Costituente “Si tratta di realizzare in fatto, il più possibile, l’eguale dignità di tutti gli uomini. Il senso di questo articolo è precisamente questo. Non accontentiamoci di parole, di dichiarazioni astratte, facciamo in modo, attraverso la nostra legislazione sociale, che, il più possibile, siano in fatto eguali le condizioni e le possibilità di vita di tutti i cittadini.”