QUARANTASETTESIMO APPUNTAMENTO CON LA RASSEGNA LETTERARIA SUL “DE REBUS SICULIS CARMEN AD HONOREM AUGUSTI”
Cultura Eboli Salerno e Provincia

QUARANTASETTESIMO APPUNTAMENTO CON LA RASSEGNA LETTERARIA SUL “DE REBUS SICULIS CARMEN AD HONOREM AUGUSTI”

di Vittorio Campagna

Abbiamo lasciato Sibilla, che aveva chiesto indulgenza all’imperatore prima di partire per Lecce: <<Ad Lichium veniam poscit itura suum>> (“In partenza per la sua Lecce chiede indulgenza”) (v.1302). L’ottiene per se, per il figlio e per il nipote: <<Impetrat et supplex nato veniamque nepoti>> (“Supplicando ottiene il perdono anche per il figlio e il nipote”) (v.1303); così sembra in un primo momento.

Nel frattempo, Enrico VI (Cesare) occupa la reggia di Palermo, come riporta il titolo della Particola XLI: <<Imperator occupat triunphans regiam>> (L’imperatore occupa trionfante la reggia”), purificandola dai vizi:  <<A viciis mundat sacrata palacia regum>> (“Libera dai vizi i sacri palazzi dei re”) (v.1309). Come novello Salomone, instaura anche la pace che mancava da qualche tempo nel regno: <<Integra sub nostro pax Salomone redit>> (“Integra ritorna la pace sotto il nostro Salomone”) (v.1312).

Poi, passa alla verifica della consistenza economica dello Stato, mentre i tesorieri gli mostrano tutti le ricchezze dell’erario; un eunuco gli apre gli scrigni (vv.1317-1318); un secondo gli mostra i registri, i defetari del regno (v.1322); e un terzo gli mostra i beni. Sono tutti atti conferitigli dal potere appena assunto. Infine, premia i suoi prodi: <<Divicias partitur eis, quos praelia nulla terruerant, bello nec renuere mori>> (“Distribuisce ricchezze a coloro che nessuna battaglia aveva atterrito e che non rifiutarono di morire in guerra”) (vv.1327-1328).

La particola sembra che sia manchevole di alcuni versi che avrebbero dovuto riportare elementi essenziali sulla “congiura di palazzo” contro il nuovo re di Sicilia, Enrico VI. In questo capitolo elenco i partecipanti alla congiura, raffigurati nella miniatura corrispondente, introdotta dalla frase: <<Domus in qua coniurant proditores regni>> (“La casa nella quale congiurano i traditori del regno”) che per completezza allego all’articolo.

 

Uxor Tancredi                –  Comes Riccardus

Presul Salerni                –  Comes Rogerius

Margaritus                     –  Comes Riccardus de Agellis

Rogerius Tharthis          –  Eugenius

                                     –  Comes W[illelmus] De Marsico

                                     –  Iohannes frater presulis Salerni

                                    –  Comes Rogerius Avilini

                                    –  Alexius servus Tancredi

Nell’elenco dei congiurati figurano i maggiorenti del regno, fra cui Sibilla, moglie di Tancredi, e Niccolò d’Aiello, Arcivescovo di Salerno. Fu vera congiura o fu un pretesto di Enrico VI per eliminare definitivamente i suoi nemici? Il Tema sarà tratto più ampiamente nella prossima particola.

N.B. La traduzione dal latino del prof. Carlo Manzione, è offerta per gentile concessione dell’ Ass. ne Culturale “Ebolus dulce solum, Storia e Arte al servizio della Cultura“; mentre, l’articolo è tratto dal libro dell’autore, Vittorio Campagna: <<Pietro da Eboli, Vate latino della letteratura italiana>>, de “L’Aurore edizioni”, Torchiara 2018.