ANTONIO GALLOTTA
di Raffaele Ciaglia
Nacque ad Eboli il 9 dicembre 1909 da antica famiglia le cui origini si fanno risalire ad una
Contea in Catanzaro dell’XI secolo. Frequentò gli studi presso il Seminario della Curia
arcivescovile di Salerno conseguendo la maturità classica e quella magistrale. Nel 1936 si laureò in
Lettere presso la Regia Università Federico II di Napoli, conseguendo, l’anno successivo,
l’Abilitazione per il primo insegnamento nel Liceo Classico di Eboli. Nel 1938, ottenuta la nomina
in ruolo con la cattedra di lettere nella Scuola Media Statale di Termoli, sposò, in Eboli, Renata
Sansone, da cui ebbe Maria Ludovica, Docente presso il Liceo Scientifico L. Da Vinci; Virginia,
Ispettrice del Ministero della P.I. e Vito, Docente di Diritto scolastico presso l’Università di Salerno.
Nel 1940, sempre in Eboli, venne incaricato di reggere il Liceo Classico in attesa della parifica e,
nel 1943, per un biennio, la Scuola Media di Sala Consilina, cui toccò ospitare i profughi di Anzio
e Nettuno. Nel 1946 venne eletto assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Eboli e ne
divenne Sindaco dal ‘49 al ‘52, contribuendo alla ricostruzione del paese distrutto all’85% dagli
eventi bellici della II Guerra Mondiale.Nel 1951 ottenne l’incarico di presidenza nella Scuola Media di Eboli e la reggenza
contemporanea delle nuove Scuole Medie di Contursi, Buccino e Stio Cilento. Vinto, nel 1953, il
concorso a Preside ottenne proprio in Eboli la reggenza della Scuola Media Matteo Ripa e del Liceo
Classico Enrico Perito. In quello stesso anno, in qualità di commissario prefettizio, istituì la prima
Scuola Materna della storia: la Agatino Arìa. Nel 1955 fu Preside della S.M.S. S. Tommaso
d’Aquino di Mercato San Severino e dell’annesso Ginnasio di cui volle la costruzione del nuovo ed
attuale edificio nella prestigiosa piazza del Municipio vanvitelliano. Dal 1958 in poi fu Preside, in
Salerno, della Gaetano Quagliariello. Nel giugno del 1957 per i suoi meriti culturali e sociali venne
insignito dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi dell’onorificenza di Cavaliere al
merito della Repubblica. La morte lo raggiunse ancora nel pieno del suo lavoro, in Salerno, il 29
Ottobre 1972.
Il Consiglio Comunale di Eboli, il giorno stesso della sua morte, deliberò, a perenne memoria,
l’intitolazione a suo nome di una strada considerando che Antonio Gallotta fu un uomo
dall’instancabile agire, vissuto all’insegna della virtù civile e cristiana, che ha saputo infondere e
ridare un senso etico, culturale e sociale alle sue iniziative sempre finalizzate al bonum publicum.
Uomo dinamico, ricco di energie innovative, il Preside Gallotta fu quello che oggi si definirebbe un
manager. Negli anni tremendi del dopoguerra, infatti, quando anche con il voto dei suoi avversari
politici fu eletto Sindaco della sua Eboli gravemente danneggiata, riuscì a restituire al paese una
fisionomia modernamente civile. Sono ormai memoria storica le sue battaglie per l’assegnazione
dell’INA Casa, per l’istituzione del primo asilo nido Agatino Arìa, di nuove strade, della sicurezza
pubblica, dell’ospedale civile.
Appassionato studioso di lettere classiche e convinto assertore della cultura intesa come linfa
vitale, ha lasciato numerosi scritti di varia umanità, pubblicando:
Primule, (prima raccolta di liriche) Eboli, 1942; Ritorno di Frate Francesco, (articolo) in
Lucania Francescana n. 10/1945; Foglie dell’anima (2ª raccolta di liriche), Eboli 1950; Pinocchio
simbolo e guida, Eboli, 1952 (saggio critico sul capolavoro di Collodi, per il quale ottenne la
cittadinanza onoraria di Pescia); Ricordi di vita amministrativa, Eboli 1953; Alunna d’eccezione
in classe normale di scuola media, in Nuovo Chirone n.1-2/1971, che ha come protagonista il
coinvolgimento della classe e degli insegnanti nei confronti di un’allieva d’eccezione, una
sordomuta (anticipazione piena e rigorosa dell’integrazione scolastica disposta, vent’anni dopo,
dalla legge 104 del 1992); Non omnis moriar, lirica, in Eco del Santuario dei SS Cosma e
Damiano, Nov. 1972; Notturno a Salerno, lirica, in NOI n.1/1973
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