Care studentesse e cari studenti di tutte le età,
in queste ultime ore che ci separano dalla fine di un anno che rimarrà a lungo nella nostra memoria, il mio pensiero vola a voi che siete il futuro della nostra Italia, dell’Europa e del Mondo intero. Nei mesi scorsi, infatti, benché il popolo studentesco sia stato spesso protagonista nelle Aule del Parlamento, nei salotti televisivi, nei Consigli dei ministri, sento di non avervi ringraziato abbastanza per il coraggio e per la responsabilità con cui ciascuno di voi ha dato il meglio di sé in questo tempo che sembra infinito.
Di recente, purtroppo, molte volte ho sentito dire da alcuni adulti che in fondo siete privilegiati, che siete nelle vostre case, tra i vostri affetti e al riparo da una catastrofe che nessuno sa quando finirà. E’ vero, non siete in prima linea e ci mancherebbe pure, ma i sacrifici che questo virus vi sta chiedendo sono troppi e forse, a questo punto, anche difficilmente sopportabili. Ribellatevi a queste insinuazioni; tenete sempre alta la testa. Siete fiori che hanno il diritto di sbocciare, menti che devono sognare, anime in grado di trovare la luce anche quando la luce non c’è.
Avrei voglia di stringervi la mano, una per uno, per le numerose volte che avreste voluto buttare tutto all’aria e non lo avete fatto, per le lacrime versate nella solitudine delle vostre stanze e che avete asciugato in fretta per non dare un’altra preoccupazione ai vostri cari, per aver continuato a studiare anche quando gli occhi sono diventati rossi davanti allo schermo del vostro computer. Vorrei abbracciarvi tutti per aver rinunciato, in nome della tutela della salute, alle partite di calcetto in cortile, alle uscite in comitiva, a baciare un ragazzo o una ragazza.
Le Istituzioni, a partire dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, hanno fatto tanto, tutto quello che hanno potuto, anche quando non si sapeva con certezza cosa sarebbe stato giusto fare. Eravamo impreparati, è normale, nessuno al Mondo era preparato ad affrontare questa pandemia. Non ci saremmo mai aspettati di dover far fronte a un’emergenza simile, e così abbiamo imparato a camminare insieme: cadendo e pure rialzandoci.
Abbiamo dovuto apprendere tante cose nuove, tante nozioni scientifiche che prima non conoscevamo, ma l’insegnamento più grande, quello che dobbiamo necessariamente portare con noi nell’anno venturo e in tutti gli altri che verranno, è che per vincere le sfide che la vita ci riserva è fondamentale restare uniti. Sappiate fare squadra; siate squadra. Nessuno può salvarsi da solo.
Alle studentesse e agli studenti campani, lontani dalle aule ormai da troppo tempo, sono particolarmente vicino. Sui sentieri di questa Regione, in questa splendida terra nel cuore del Sud, ho cominciato il mio cammino e, pertanto, pensando a voi rivedo me stesso. Da questa scrivania da cui vi scrivo so che è forte la rabbia che vi agita il sonno e vi scuote le giornate, ma la voglia di tornare alla normalità si mescola alla paura che il virus prenda il sopravvento. Abbiamo tentato ogni strada per farvi ritornare alle vostre classi e alla vostra vita. Continueremo senza mollare. Insisteremo con ancora più vigore e convinzione perché non ci abbandona mai, neppure di notte, il peso della responsabilità che sentiamo verso ciascuno di voi.
Siate forti, siate coraggiosi, ma soprattutto, siate felici. Abbiamo bisogno di tutti voi perché solo con la vostra tenacia, con il vostro splendore e con il vostro sapere, riusciremo a «riveder le stelle».
Con stima e profonda gratitudine,
Cosimo Adelizzi
Camera dei Deputati