“ENTRARE NEL DARK WEB? UN GIOCO DA RAGAZZI”
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“ENTRARE NEL DARK WEB? UN GIOCO DA RAGAZZI”

Meno di 600 euro per comprare una pistola, 500 euro per distruggere la vita a una persona affittando un hacker che lo faccia, per esempio, passare per pedofilo. Solo 200 euro per entrare nei social network di qualcuno e meno di 70 per un grammo di cocaina purissima. Cannabis e hashish direttamente a domicilio e con lo sconto di 5 euro a ordine se presenti un amico. E ancora: farmaci, documenti e identità false, organi umani e anche un killer.

“Il dark web? Non ci vuole niente a entrarci, è alla portata di tutti, anche di un adolescente“. Il professor Fabrizio D’Amore, docente di Computer & Network Security all’università La Sapienza di Roma ci mostra come si fa. E la semplicità è impressionante. “Non mi pare il caso di divulgarlo troppo – dice il docente, e siamo d’accordo con lui – perché il proibito esercita sempre un fascino pericoloso soprattutto sui più giovani”.

google.com

Conoscendo un paio di regole elementari ecco che sullo schermo si materializza un internet parallelo. Siti dove gli indirizzi giusti sono raggruppati per categorie di interesse: Marketplaces drugs, Marketplaces commercial services – dove per ‘commercial services’ si intendono una miriade di attività illegali come ad esempio siti di riferimento per il raggiro degli anziani ma anche siti dove comprare l’ultimissimo modello di iPhone a un terzo del prezzo di mercato – Warez, ovvero piattaforme da cui scaricare software illegale, Email and messaging, dove è possibile creare account anonimi o falsi. E tanto, tanto altro.

Una gigantesca rete di merchandising dell’illecito dove è quasi impossibile farsi ‘beccare’. “I siti cambiano indirizzo circa una volta a settimana – spiega il professor D’Amore – ma soprattutto quello che rende difficilmente rintracciabile sia il venditore sia il cliente, è che tra l’utente e l’indirizzo web ci sono almeno cinque o sei snodi digitali”. Cliccando sullo schermo con la competenza di chi queste cose le insegna, il professore ci mostra infatti che tra noi e il sito dove è possibile affittare un hacker c’è un server in Germania, poi uno in Francia, quindi un altro nuovamente in Germania e poi altri tre snodi non localizzabili prima di giungere al dominio finale.

“Per capire dove siamo arrivati basta cercare semplicemente Google e vedere in che lingua è impostata la pagina: siamo alle Seychelles”. Insomma, un sistema di scatole cinesi che fa perdere le tracce e che tutela acquirenti e venditori. “L’altra cosa interessante, da tener presente – spiega D’Amore – è che la lingua ufficiale del dark web è l’inglese. Appena uno usa una lingua non inglese fa un passo per essere identificato”.

Ma, c’è da chiedersi, se è tanto facile entrare nel dark web come mai questi siti non sono stati ancora oscurati? “Perché conoscere l’indirizzo di un sito e collegarsi al sito – conclude il professore allargando le braccia – non consente di trovare dov’è il sito, né consente di attivare meccanismi per bloccarne le attività”.

 

 

(Lavinia Gerardis)