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11 settembre 2001, ore 8,45 (locale, 14,45 in Italia): in pochi minuti si è compiuta la tragedia più grave che abbia sconvolto gli Stati Uniti dopo Pearl Harbor, l’attacco giapponese che trascinò gli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale.
In quella mattina di fine estate, come in un film dell’orrore, un Boeing 767, dell’American Airlines dirottato da terroristi, colpisce la prima delle due Torri Gemelle del World Trade Center nel cuore di Manhattan, a New York, con un impatto, calcolato da alcuni esperti, paragonabile allo scontro contemporaneo, a 100 Km orari, di circa 4.700 automobili. Diciotto minuti dopo, un secondo Boeing 767 si abbatte sull’altra torre.
Inoltre, il Pentagono è stato colpito, la Casa Bianca e tutte le sedi delle maggiori internazionali sono state evacuate, il traffico aereo si è paralizzato, persino Disneyland è stata chiusa.
L’onda d’urto degli attentati di New York e Washington ha travolto in pochi istanti il mondo intero e con un misto d’impotenza e sgomento, dolore e rabbia abbiamo assistito alle immagini che le televisioni di tutto il mondo trasmettevano senza un attimo di sosta con decine di persone, subito dopo la deflagrazione, intrappolate agli ultimi piani che hanno iniziato a lanciarsi nel vuoto cercando di salvarsi dal rogo mentre i soccorritori continuavano a lavorare ed a recuperare vittime e feriti. E tutto questo, inoltre, l’abbiamo appreso anche dalle pagine dei giornali, dai libri e video pubblicati per non dimenticare!
Le scene di panico e sgomento dell’11 settembre 2001, si sono ripetute due mesi ed un giorno dopo quando un aereo dell’American Airlines è precipitato nel quartiere newyorkese del Queens, cadendo su dodici case e rasandone al suolo completamente quattro.
Dopo quest’ultimo attentato, al lavoro diplomatico è seguito l’attacco americano dei reparti speciali per dare la caccia, nelle terre dell’Afghanistan ad Osama Bin Laden, considerato la mente del folle attacco.
Anche l’Italia è entrata a pieno titolo nel conflitto, dopo il sì del Parlamento, il 7 novembre, all’invio delle nostre truppe, perché ci siamo sentiti tutti violati come questa città con il suo enorme bagaglio di storia e cultura.
Il mondo è paralizzato dagli attacchi terroristici, dall’allarme antrace, dalla paura di una guerra alla presa di Kabul, presenta scenari ancora molto incerti.
L’incidente aereo del 12 novembre, poi, ha colpito una città già profondamente ferita e scioccata che con difficoltà tentava di riprendersi da un atto d’immane barbarie, un folle disegno di morte. Guerre, conflitti interni e catastrofi naturali, hanno causato nel mondo milioni di rifugiati e sfollati, la metà della quale è costituita da bambini ed adolescenti a cui è stata negata l’infanzia, purtroppo!
E la storia continua…
La breve poesia di Giovanni Giudici, dedicata ai pompieri di New York, si ispira al celebre refrain de La spigolatrice di Sapri:
Bambini in trecento son morti
Bambini che prima di ieri
Erano giovani e forti
A loro nei vostri pensieri
Tenetevi stretti un minuto
Quando giocate ai pompieri
Il vostro gentile saluto.
Scrittore (Le Grazie, La Spezia 1924 – La Spezia 2011). Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell’industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Collaboratore di giornali e riviste, egli è autore di alcune raccolte di saggi e di molte traduzioni che rappresentano un momento centrale nel suo stesso esercizio poetico.
“L’11 settembre ha introdotto il concetto di terrorismo, ma è un terrorismo che non viene percepito come qualcosa contro il sistema. Bensì viene percepito come una minaccia alla nostra personale incolumità e integrità fisica e/o patrimoniale (safety). Siamo individui, e siamo a rischio. Ecco cosa ci dice oggi il terrorismo”. (Zygmunt Bauman, sociologo).
Mariagrazia Toscano