Quindici giorni fa , a conclusione di una ritemprante e suggestiva passeggiata nella parte antica di Eboli ( credo che non ci sia niente di più bello che riscoprire i luoghi della storia.) con un caro amico ci siamo recati al Convento dei Monaci .
Una struttura conventuale meravigliosa che , in qualche modo, è diventata , ormai, il simbolo della nostra città .
Una realtà che trasuda storia da ogni sua pietra ;
che ha mantenuto quasi intatta l’antica impronta architettonica;
collocata in un luogo ameno , a monte dell’abitato di Eboli , che infonde , già solo per questo, uno straordinario senso di pace e serenità.
Se poi ci entri dentro ti si apre , davvero, un altro mondo fatto di raccoglimento, di sacralità.
Confesso che nei momenti più dolorosi e traumatici della mia vita , da ateo sono andato in quei luoghi , nella chiesa di San Pietro allo Marmi collegata al convento, non per pregare ( sarei un ipocrita!), ma per tentare lì , in in quel silenzio suggestivo, in quegli ambienti così avvolgenti così intimi , di ritrovare me stesso , di cercare un perché , una spiegazione . Certo , anche parlando con quella Croce, testimonianza concreta di accadimenti drammatici.
Qui ci ha accolto un vecchio amico : Franco Manzione . Uno di quegli ebolitani ancora ,veramente innamorati della propria Città, della sua storia millenaria.
Uno di quegli ebolitani che ha speso la propria vita in un lavoro continuo di ricerca, scrupoloso , meticoloso , di tutto ciò che riguarda Eboli e la Piana del Sele: dalla storia, ai personaggi, dalle tradizioni, agli eventi , dalle produzioni economiche alle caratteristiche ambientali.
Un lavoro di ricerca che gli è stato facilitato dalla sua antica passione e professione, e che ha meticolosamente appuntato , segnando fonti , archivi e documenti.
Un patrimonio vivente Franco, ed in questa valutazione non mi faccio minimamente condizionare da antica stima ed affetto, che andrebbe davvero “utilizzato ” a vantaggio della città .
Non voglio dare consigli a nessuno! Non ho questa presunzione.
Ma se fossi assessore alla cultura del Comune di Eboli, mi porrei un problema: come rendere accessibile a tutti quel patrimonio di ricerca di cui Franco si è fatto per anni curatore con passione e competenza?
Quel sabato mattina di 15 giorni fa Franco ci ha fatto da guida in un mondo straordinario : la biblioteca del convento!
Un patrimonio culturale immenso , straordinario, fatto di testi carichi di storia.
Testi la cui stesura di perde spesso nella notte dei secoli passati.
Un patrimonio che , però, non è sufficientemente conosciuto e valorizzato , che non può essere aperto alla fruizione della intera città , anche per la precarietà dei locali che ospitano quella biblioteca , che necessitano di interventi
edilizi importanti e, ormai , urgenti.
Qualche decennio fa, trovammo il modo di fare interventi per il recupero del patrimonio ecclesiastico ebolitano. Convinti come eravamo ( e io lo sono a maggior ragione oggi.) che il quelle chiese che caratterizzano specialmente il centro antico, si rispecchiano la storia grande di questa città , le sue tradizioni, la sua cultura.
In 7/8 anni intervenimmo su tante chiese storiche ebolitane : da San Vito al Sele a San Nicola, da San Cosimo Piccolino a Sant’Antonio , passando per San Bartolomeo fino alla stessa Basilica di San Pietro alli Marmi .
Spendemmo oltre 900.000 euro. Per allora un importo non di poco conto.
Le forme, le modalità di intervento ci sono!
Oggi ci sono anche fondi cui accedere , a partire da quelli del PNRR.
E allora se dovessi , davvero, dare un Consiglio alla attuale Amministrazione Comunale eburina le suggerirei di verificare la possibilità di accedere a finanziamenti per intervenire su quella parte del Convento dei Monaci che ospita quell’immenso patrimonio culturale della biblioteca , rispettando le caratteristiche architettoniche di quel monumento ovviamente, e la sacralità del luogo che mai va violata o offesa , al fine di consentire a chi vuole di usufruire di tanta ricchezza culturale.
Buon lavoro a Franco.
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