L’analisi del voto del candidato sindaco Pierfrancesco D’Ambrosio, all’indomani del voto del 14 e 15 maggio alle amministrative di Campagna che hanno portato la Città al ballottaggio del 28 e 29 maggio. Le urne hanno parlato chiaro, i cittadini si sono espressi. Nessuno dei tre candidati a sindaco è risultato vincente al primo turno. Sia come coalizione che come candidato sindaco siamo arrivati primi, ma questo non è bastato a farci chiudere la partita al primo turno. Allo stesso modo l’importante affermazione del candidato Attilio Busillo e del suo gruppo non è stata sufficiente a fargli raggiungere il ballottaggio. In questa seconda fase dovremo quindi confrontarci con il gruppo capeggiato dall’ex sindaco Biagio Luongo, al secondo posto nella competizione. Quel che è certo è che i campagnesi si sono espressi per il cambiamento, interpretabile da amministratori più giovani e da volti nuovi, e per un rinnovato rapporto con le istituzioni, fondato sull’ascolto e sul coinvolgimento dei cittadini. Sta a noi ora farci interpreti e promotori delle domande di cambiamento e la nostra coalizione può farlo. E anche la mia candidatura, nello scenario del ballottaggio del 28 e 29 maggio, risponde a quest’esigenza di rinnovamento: il mio avversario ha già avuto modo di amministrare questa Città, prima come vice-sindaco e consigliere negli anni ‘80, e poi come Sindaco dal 2003 al 2013, dando vita ad una curiosa continuità ad intermittenza. Perché scegliere di tornare indietro di più di vent’anni? A tal proposito, mi corre l’obbligo di precisare un aspetto, che riguarda direttamente la mia persona, oggetto di speculazioni e semplificazioni giornalistiche e non solo: si è cercato di dipingermi come il successore del sindaco uscente, in assoluta continuità con la sua amministrazione, definendomi addirittura il “suo delfino”. Lo dico con chiarezza, non è così. La mia coalizione ha espresso candidati dell’amministrazione uscente, ma lo stesso ha fatto il gruppo del mio avversario. Quindi, non posso accettare insinuazioni di nessun tipo, che mortificano non solo me ma anche la coalizione che rappresento e che appiattiscono la nostra visione politica su una sola dimensione. Sono un uomo libero, che guida una coalizione di donne e uomini liberi, e promuovo una mia specifica visione politica. Non sono il “delfino” di nessuno: la mia esperienza amministrativa e la mia storia politica parlano chiaro. Il mio è un ruolo di sintesi, sempre attivo e propositivo, e soprattutto improntato alla più completa indipendenza. Se la cittadinanza mi sceglierà, sarà questa visione politica e le idee condivise con l’intera coalizione che porterò avanti. “Uniti per Campagna” è un progetto in cui credo moltissimo, perché il governo di una Città è efficace quando è coeso e procede compatto verso obiettivi chiari e condivisi. E il nostro obiettivo, ora, è assicurarci che i progetti finanziati dai 25 milioni del PNRR – il più grande finanziamento mai ottenuto per le opere pubbliche a Campagna dagli anni 80 ad oggi – non vadano sprecati o persi da una classe dirigente che, di questa opportunità, ha dimostrato di non avere la minima contezza. I nostri avversari al ballottaggio hanno prima negato, poi contestato e infine banalizzato i fondi del PNRR, facendo riferimento ad altre fantomatiche e ipotetiche risorse per la nostra Città, da ottenere in un futuro non meglio precisato. Se le premesse sono queste, come pensate che questi riescano a rispettare le scadenze del 2026? Non possiamo permettere che Campagna manchi un’occasione irripetibile a causa di questa superficialità. I cittadini chiedono cambiamento e noi, a quel cambiamento, risponderemo. Hanno chiesto maggiore coinvolgimento e maggiore rappresentatività e noi, a queste esigenze, risponderemo. Sarà su questo che lavoreremo in questa seconda fase di campagna elettorale: nel proporre un’idea di Città che, libera da ogni condizionamento, sia pronta a crescere e ad andare avanti. La Città non vuole tornare sui suoi passi, si aspetta un cambiamento e non possiamo deluderla. Il passato lo abbiamo già abitato, ed è un tempo freddo. Adesso è il tempo del presente. E noi siamo pronti ad interpretarlo. Adesso, un sindaco nuovo.