(di Sara Carvone)
Esiste in Sardegna un luogo misterioso, vicino a Paulilatino si erge infatti un affascinante monumento archeologico: il pozzo sacro di Santa Cristina. Quando ci si trova dinnanzi ad esso e si discendono i suoi gradini, è difficile capacitarsi che sia un’opera risalente al 1000 a.C. non solo per la sua composizione geometrica e per il suo stato di conservazione ma anche – e soprattutto – per le sue proporzioni così equilibrate. Ma quale era la sua funzione? Il pozzo è legato al culto dell’acqua e vede ancora oggi la vasca scavata nella roccia, raccoglierla e contenerla da una falda perenne tenendo il livello sempre costante. Ma non è tutto. Alcuni studiosi sostengono che il pozzo fosse anche un luogo di osservazione astronomica che permetteva di scrutare e misurare i moti celesti. Una serie di eventi che si verificano in determinati periodi dell’anno sembrano confermare questa teoria. E rendono questo monumento ancora più singolare e affascinante! Difatti al pozzo nuragico è possibile assistere in occasione degli equinozi, al sole che penetrando attraverso il vano scale e riflettendosi poi sull’acqua, illumina perfettamente il fondo del pozzo. L’Osservatore può, in questa determinata circostanza, ammirare la propria ombra riflessa e proiettata capovolta sulla parete della camera a tholos di fronte. Questo però non è solamente l’unico fenomeno al quale si può assistere: quando la luna raggiunge la sua altezza massima, evento che accade ogni 18 anni e 6 mesi, la sua pallida luce attraversa l’apertura sulla sommità del pozzo, riflettendosi sull’acqua. Anche per questo si ritiene che il pozzo nuragico potrebbe costituire uno strumento scientifico per misurare le altezze e le posizioni della Luna nel suo lunistizio. Inoltre venne intitolato alla Santa poiché, prima appartenente ad una famiglia pagana, si convertì al cristianesimo e per questo venne uccisa dal padre.