INFLAZIONE IN CALO IN ITALIA E NELL’EUROZONA: MA PESA ANCORA SU IMPRESE E FAMIGLIE: L’ANALISI DI ERASMO VENOSI
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INFLAZIONE IN CALO IN ITALIA E NELL’EUROZONA: MA PESA ANCORA SU IMPRESE E FAMIGLIE: L’ANALISI DI ERASMO VENOSI

ISTAT registra a giugno il calo di più di un punto della inflazione che passa dal 7,6% di maggio al 6,4 % di giugno. Sovente invece i consumatori hanno l’impressione, che la dinamica dei prezzi sia diversa da quella rilevata dall’Istat. Un recente studio dell’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui prezzi di un paniere di 30 prodotti fondamentali è emerso che, a fronte di un tasso di inflazione del 7,6%, (maggio 2023) i prezzi dei prodotti essenziali sono aumentati mediamente del doppio, cioè del 14% (prendendo a riferimento i prezzi applicati a giugno 2022 e quelli di giugno 2023. Gli aumenti del costo della vita si sono trasmessi alla tassazione, ma non a salari e pensioni. La ricchezza finanziaria continua a registrare un grave depauperamento del suo valore reale. Incontestabile che nonostante la diminuzione dei costi energetici il prezzo di beni primari come alimentari e carrello della spesa continuano a salire con percentuali a due cifre, su base annua, al punto che solo per cibi e bevande una famiglia di 4 persone , a parità di consumi, spende in media 915 euro in più all’anno. Delle due l’una : o molti stanno speculando o qualcosa non funziona nelle rilevazioni Istat.Incongrue risposte della Presidente del Consiglio lo scorso 28 giugno , secondo la quale il motore primo della inflazione è l’andamento dei prezzi della energia. Energia passatadal +71,1 per cento di ottobre 2022 al +2 per cento di giugno 2023. A preoccupare BCE e Commissione UE è l’inflazione di fondo, che esclude le componenti più volatili, come i beni energetici, i beni alimentari e il tabacco.Come dichiarato dal Fondo monetario internazionale: “i profitti delle imprese rappresentano ormai quasi la metà dell’inflazione complessiva nell’area euro”. Anche la presidente BCE Lagarde, durante il suo intervento al forum dei banchieri centrali in Portogallo, ha confermato la tesi di FMI , accusando le imprese di essere “le principali responsabili dell’impennata dell’inflazione dello scorso anno” e sottolineando il suo intento di fare tutto il possibile per fermare l’aumento dei prezzi. Secondo Lagarde nel 2022 le imprese hanno reagito al forte aumento dei costi difendendo i propri margini di profitto. Inoltre, gli extra-profitti delle imprese non si sono riversati sui salari dei lavoratori. Nel 2022, secondo la Confederazione dei sindacati europei, per un aumento dei profitti reali delle imprese dell’1 per cento, si è verificato un crollo dei salari reali (quelli calcolati sul potere di acquisto) del 2,5 per cento.

FOTO DI COPERTINA DALLA “GETTY IMAGES”