BEATRICE CENCI: Storia della “Vergine romana” – di Giovanna Iammucci
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BEATRICE CENCI: Storia della “Vergine romana” – di Giovanna Iammucci

BEATRICE CENCI: Storia della “Vergine romana”

Beatrice Cenci, nobildonna appartenente a una delle casate più antiche e facoltose di Roma, oggi è ricordata come un’eroina popolare malgrado si sia macchiata dell’orrendo delitto di suo padre: ma cosa è accaduto realmente?

 

LA STORIA

Beatrice Cenci nasce a Roma il 5 febbraio del 1577. La madre muore quando lei è ancora una bambina, e viene affidata insieme alla sorella a un monastero solo per popolane, dove tuttavia, trascorre momenti felici. Ritornata a casa, poiché il padre Francesco Cenci convola a seconde nozze con la vedova Lucrezia Petroni, proseguono gli atteggiamenti violenti di quest’ultimo. Gli stessi figli maschi fanno causa al padre per il mantenimento e la vincono, e la figlia maggiore Antonina, finalmente ha la sua dote che in precedenza le era stata negata. Sola con la matrigna, Beatrice subisce continui soprusi dal Cenci (come la prigionia) e cerca in ogni modo di liberarsi dalla sua condizione, ma dopo vari tentativi, disperata, decide che l’unica via d’uscita è uccidere il padre.

 

L’OMICIDIO

Il 9 settembre 1598, Beatrice fa uccidere Francesco Cenci da due sicari, in accordo con la matrigna e i domestici, dopo vari tentativi e in un anno, tra il 1598 e il 1599 sono tutti arrestati. Il Papa autorizza a usare la tortura sui fratelli di Beatrice, anche sul più piccolo, minorenne, e dopo aver negato, Beatrice, stanca, confessa l’omicidio. Viene decapitata l’11 settembre del 1599 nella piazza di Castel Sant’Angelo a Roma. Talmente tanta è la folla, che sotto il sole cocente, alcuni si sentono male, altri, addirittura, muoiono di insolazione. Fra quella folla, gente illustre acclama, alcuni incuriositi, altri a sostenere la giovane Cenci, altri ancora a vedere la sua decapitazione. Il corpo della “vergine romana” viene sepolto nella chiesa di San Pietro in Montorio, a Roma, ma senza una lapide che la ricordi. Un fatto tanto orribile non può essere lasciare impunito, ma oggi, Beatrice, rappresenta un’icona femminista per la sua tenacia e il suo temperamento, perché ha cercato in tutti i modi di sfuggire a quel mostro di padre. Ci resta un quesito da porre: se Beatrice Cenci fosse vissuta ai giorni nostri, avrebbe avuto una sorte migliore?

Giovanna Iammucci

 

Photo: Beatrice Cenci – Wikipedia