Eboli & Tradizioni: La maschera settecentesca del “Don Annibale”entra nel patrimonio immateriale della Regione Campania
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Eboli & Tradizioni: La maschera settecentesca del “Don Annibale”entra nel patrimonio immateriale della Regione Campania

Grande soddisfazione per l’associazione culturale che ha fatto rivivere negli anni questa tradizione storica di una divertente farsa carnascialesca.

*Il Don Annibale Patrimonio Culturale Immateriale della Regione Campania*

La maschera etnoantropologica di Eboli, il Don Annibale, è ufficialmente entrata a far parte del Patrimonio Culturale Immateriale della Regione Campania. Lo annuncia l’Associazione Don Annibale, dopo aver ricevuto il decreto della Direzione Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania. La richiesta per entrate nel registro de Beni Culturali Immateriali, era stata presentata nel gennaio scorso e, dopo lunghi mesi di attesa, finalmente è giunta uon fine.

«Sono molto emozionato. E’ un punto di partenza importante per l’intera comunità ebolitana e motivo di orgoglio per me – spiega Cosimo Parisi, presidente dell’Associazione Don Annibale-. Sono legato a questa maschera fin da quando ero bambino. Mio padre, venuto a mancare nel 2016, Don Annibale prima di me, mi ha tramandato l’amore questa antica tradizione che va avanti dal 1700.

E’ doveroso ringraziare i musicisti che ci seguono e che collaborano costantemente con noi. La farsa, oltre alla maschera di Don Annibale, si compone di molte altre figure. Per questo ringrazio tutti gli attori: Cosimo Rinaldi, Eugenio Verdini, Rocco Aliberti, Gaetano di Lorenzo, Cosimo Aliberti, Antonio Aliberti e Vincenzo Laurenzano.

È una notizia che va condivisa con l’intera comunità perché alimenta il senso di appartenenza alla nostra terra e alle nostre tradizioni. Don Annibale, ora che ha scritto il suo nome nell’inventario Culturale Campano (IPIC), è pronto a portare il nome della città di Eboli ancora più in alto».

In chiosa, come dice una strofa della farsa, «Signori che state attuorno, a c’hesta cerimonia c’avita intervení».