Lo scorso 31 ottobre in Piazza Porta Dogana si è tenuta la prima edizione di “FOLK!
Gente/popolare/tradizione”, nato per riproporre il folklore e la cultura ebolitana sotto un punto di vista attuale e giovanile, creando, al contempo, una progettualità a livello artistico-culturale, portando il teatro, la musica, la fotografia e il disegno tra la gente. Anche la locazione non è scelta a caso, abbiamo puntato sul centro storico, come luogo evocativo delle antiche tradizioni della città.
L’evento si è rivelato piuttosto singolare: abbiamo riscontrato innumerevoli difficoltà nella realizzazione dell’evento, nate sia in seno all’organizzazione, sia indotte da fattori esterni. In particolare, va fatto un “mea culpa” per quanto riguarda alcuni dei temi che abbiamo provato a proporre, ovvero l’abusivismo e il lavoro a nero che non è andato a genio ai feudatari del borgo antico (i VERI possessori della tradizione e del centro storico). Gli stessi che ci hanno intimato di rivolgerci solo e soltanto a loro nel caso volessimo varcare la storica Porta Dogana, un po’ come avveniva qualche secolo fa, rimarcando la loro mentalità feudataria. Inoltre, per chi conosce le dinamiche attorno alle quali è nato ed è stato costruito l’evento, non fa fatica a parlare di sabotaggio. Sabotaggio agevolato dall’assenza delle istituzioni.
In effetti FOLK, in un modo o nell’altro, è stato un evento che ha fatto parlare di sé. Da chi ci ha dipinto come invasori di uno spazio sacro, chi ci ha accusato di aver oltraggiato la tradizione e via discorrendo.
Ma FOLK è stato un evento storico: è il primo evento patrocinato dal comune a non aver avuto una rappresentanza di giunta, a non essere stato sostenuto apertamente, a non aver ricevuto alcun tipo di supporto. Ma, almeno, avevamo il permesso di usare il logo del comune e di usare la scarsa corrente elettrica; dando così l’immagine (reale) di una città vuota, catatonica e disinteressata, alle persone venute da fuori. Non proprio una bella pubblicità!
Non siamo stati i primi e, di certo, non saremo gli ultimi a riscontrare questi problemi. Di fatto crediamo sia importante porre l’accento sui vari problemi, come l’abusivismo e l’autocrazia di certe persone che rivendicano il centro storico come il proprio. Crediamo sia importante che l’attuale giunta si esponga e prenda provvedimenti a riguardo.
Il centro storico è una proprietà culturale, storica, artistica. Non è una proprietà privata. Il centro storico è di chi lo vive, di chi lo abita, dei lavoratori e degli studenti. Il centro storico è proprietà collettiva ed è bene che questa cosa sia chiara a tutti.
That’s all FOLKs, ci vediamo l’anno prossimo!
Nota della redazione:
A chiunque si sentisse chiamato in causa siamo disposti a dare il diritto di replica.