SESTO APPUNTAMENTO CON LA RASSEGNA LETTERARIA SUL “DE REBUS SICULIS CARMEN AD HONOREM AUGUSTI”
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SESTO APPUNTAMENTO CON LA RASSEGNA LETTERARIA SUL “DE REBUS SICULIS CARMEN AD HONOREM AUGUSTI”

Pietro non si limita a versificare una parte di storia del primo Re di Sicilia, Ruggero II, ma la illustra anche con una chiara miniatura espressa su quattro livelli, ognuno dei quali contiene tre disegni prodotti orizzontalmente. Lo scopo è spiegare la consanguineità di Costanza d’Altavilla con suo padre Ruggero II; e, quindi, “anche” il diritto di successione al trono del Regno di Sicilia della dinastia Hohenstaufen con Enrico VI, suo marito. Pertanto, anche nella miniatura, Costanza è presentata come il fulcro della combattuta successione dinastica Normanno – Sveva a favore del consorte Imperatore; per questo motivo l’Ebolitano illustra una viva esaltazione dei natali di Costanza e il panegirico su Enrico VI.

Per quanto sopra, tutta la narrativa della prima particola, o capitolo, s’impernia sul contrasto tra la pretesa legittimità regale di Costanza, erede diretta di re Ruggero, fondatore del regno di Sicilia, e l’usurpazione di Tancredi, suo nipote; da ciò Pietro trae le ragioni giuridiche per proclamare Enrico VI, marito di Costanza, come giusto erede della monarchia normanna.

La miniatura guiderà l’occhio del lettore per una migliore comprensione dei versi della particola. Miniare il testo anche con illustrazioni è proprio una peculiarità di Pietro, desideroso di dare al racconto più vivacità e rendere il lettore più partecipe alla storia medesima.

La Carta 3, come si è detto, è divisa su quattro livelli; in questa fase commentiamo solo il primo, il quale riproduce le tre fasi principali della vita di Ruggero II, duce, re, sposo con le specifiche didascalie, così di seguito.

1° disegno. Illustra il <<Dux Rogerius>> (“Duca Ruggero”) come condottiero (duce), a capo scoperto, a cavallo, con stendardo e scudo. In questa rappresentazione, il duca è presentato come il degno discendente Normanno, popolo fiero, coraggioso e forte, che in poco tempo unisce tutte le terre dell’Italia meridionale e insulare conquistate dai suoi padri.

disegno. Illustra Ruggero incoronato Re da papa Callisto (Anacleto II!): <<Idem dux ungitur in regem a papa Calisto>> (“Il medesimo duca viene incoronato da papa Callisto”). Il Duca con tunica e manto riceve in piedi l’unzione papale. In questa veste, Ruggero divenne il terrore dei barbari perché allargò i confini del regno di Sicilia fino all’Africa settentrionale, divenendo il più potente sovrano del Mediterraneo Centrale e Occidentale, mentre era guardato con rispetto e timore dagli arabi dell’Africa del nord e riverito dai bizantini. I versi 5-6 del testo: <<Quem, fera barbariens timuit, quem Nilus et omnis Circulus oceani>> (“E di lui ebbero paura il barbaro feroce e le terre del Nilo e quelle bagnate dal mare”) e la storia confermano la potenza di re Ruggero.

3° disegno. Illustra il primo matrimonio di Ruggero II: <<Idem rex accepit Albidiam>> (“Lo stesso re che sposò Albidia”); raffigura il re a cavallo, con manto e corona e un globo crocesignato nella destra, simbolo del difensore del Cristianesimo nel mondo, mentre nella sinistra tiene un ramo che presenta ad Albidia seduta, la quale lo riceve con ambo le mani.

Una nota curiosa per il lettore. Avete notato che Ruggero II (1154+) è raffigurato con un globo crucesignato? È la prova che già in pieno medioevo si era a conoscenza che la terra fosse sferica, senza attendere il Rinascimento, come credono molti. Il primo a intuire che la terra fosse sferica fu Pitagora (500 a.C.), poi Aristotele (4° secolo a. C.); ma soprattutto Eratostene (2° secolo a.C) che ne calcolò persino il diametro, sbagliando solo di 6.250 Km rispetto ai 46.250 reali.