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L’attacco al Coronavirus procede, ecco il nostro aggiornamento
di Erasmo Venosi
La vicenda della epidemia, in Cina ha rilanciato anche una modalità di confronto tra nuove tecniche, per interpretare i dati della patologia e consolidate pratiche mediche.
Intanto in base ai dati pubblicati dal Centro Europeo, per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) nel sito dedicato al focolaio da nuovo coronavirus, sono stati notificati in Cina complessivamente 17.383 casi confermati, in laboratorio di infezioni, di cui 425 decessi. In Europa, nei Paesi UE/SEE (Unione europea/Spazio economico europeo), si registrano 25 casi confermati. L’ECDC ha valutato l rischio coronavirus, pubblicandolo sul suo sito alcuni giorni fa. Afferma ECDC che sono ancora molte le incertezze sula fonte di infezione, sulla violenza del virus e altri interrogativi. La valutazione del rischio dell’ECDC riporta che, sulla base delle informazioni al momento disponibili il potenziale impatto di focolai di infezione rimane elevato. Nel nostro Paese è stata istituita una sorta di comitato di emergenza sanitaria, costituita dallaDirezione generale per la prevenzione, dalle altre direzioni competenti, dai Carabinieri dei NAS, dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, dall’Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera), dall’Agenzia italiana del Farmaco, dall’Agenas e dal Consigliere diplomatico. Inoltre, è stato attivato il numero di pubblica utilità 1500 dove operatori sanitari appositamente formati e mediatori culturali forniscono, 24 ore su 24, risposte alle domande dei cittadini e sono state diffuse locandine informative con consigli di prevenzione negli aeroporti. L’isolamento del virus effettuato “ANCHE in Italia dallo Spallanzani” come afferma il Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità “permette di sequenziare il virus e confrontarlo con i ceppi già isolati anche in Cina e al di fuori della Cina in Paesi come Francia e Australia per valutare eventuali mutazioni (…) L’isolamento del virus può aiutare a mettere a punto i metodi diagnostici, testare l’efficacia di molecole antivirali conosciute e identificare e potenziare eventuali punti deboli del virus al fine di consentire lo sviluppo di strategie terapeutiche e identificare eventuali target vaccinali”. Una precisazione importantissima fatta da OMS riguarda, sulla base delle conoscenze acquisite che “l’infezione asintomatica sembra rara e che il rischio di trasmissione attraverso persone asintomatiche è molto raro negli altri coronavirus. La principale via di trasmissione sono persone sintomatiche attraverso tosse e starnuti.”. Un dato sembra evidente: vaccino e farmaci antivirali necessitano di tempi che sono incompatibili con la velocità di diffusione della infezione. Nel 2002 l’OMS incaricò un professore italiano, Rasetti del Politecnico di Torino, di utilizzare i big data, per fornire un parere sull’evoluzione della Aviaria. I big data sono una nuova metodologia scientifica che consente di estrarre conoscenza attraverso l’analisi di grandi moli di dati. Alcuni affermano che rappresentano il quarto paradigma, che si somma ai tre esistenti: il metodo sperimentale, l’approccio matematico e quello dellla computazione. Addirittura autorevoli esperti di informatica sostengono che ormai la grande quantità di dati a disposizione rende il metodo scientifico obsoleto. I petabyte (milioni di miliardi di byte) ci consentono di affermare che “la correlazione è sufficiente “e quindi possiamo smettere di cercare modelli. I big data sono di grande utilità proprio nell’ambito dei vaccini e delle malattie infettive. Big data, per leggere i genomi. Il genoma è l’insieme di tutte le informazioni genetiche, che si possono leggere andando a interrogare. Interrogando il genoma del virus o del batterio si scopre la ricetta migliore, per sviluppare un vaccino o un farmaco. In tal modo è stato sviluppato il vaccino, che causa la meningite. Un vaccino scoperto dopo mezzo secolo. I big data consentono inoltre attraverso l’analisi dei grandi dati come il l’essere umano risponde alla vaccinazione. Secondo alcuni scienziati il sequenziamento del genoma è come l’internet negli anni Ottanta: è lì, ma nessuno lo usa. Quando è arrivato il web il mercato si è aperto. Nonostante i possibili vantaggi offerti, i big data rimangono alcune perplessità per quanto riguarda la privacy: ciascun genoma non parla solo del suo portatore, ma anche dei suoi parenti; inoltre, al dato genetico è associato un certo fenotipo, ovvero una certa caratteristica fisica o comportamentale di un certo individuo e non si capisce ancora che cosa ne sarà di questi dati altamente sensibili.