Una scelta non condivisa dai sindacati, che hanno formalmente diffidato l’associazione, preparandosi a dare battaglia. «Siamo per il mantenimento del contratto della Sanità privata tuttora in essere, rifiutando qualsiasi modifica – affermano gli esponenti della Uil Fpl – E’ inaccettabile qualsiasi proposta che preveda condizioni peggiori sia in termini economici che di orari di lavoro. Su questo punto invitiamo le organizzazioni sindacali nazionali a ricordare le lotte che hanno portato alla progressiva riduzione da 40 a 36 ore settimanali. Qualsiasi variazione, poi, non può prescindere da un tavolo di confronto tra le parti». Alla Uil Fpl nazionale viene conferito dunque il mandato di «proclamare lo stato di agitazione per tutelare i diritti di lavoratori e lavoratrici dell’associazione».