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Italia e il coronavirus… tra presunti esperti e scienziati, anzi scientist
di Erasmo Venosi
Nei talk show televisivi, nelle interviste ai giornali, abbondano gli esperti, in senso generale e spessissimo esponendo tesi contrastanti.La domanda che dovremmo porci è se esistono strumenti da utilizzare per verificare l’autorevolezza scientifica di uno scienziato rispetto a un altro e che cosa s’intende per scienziato.
Consapevoli anche che questi strumenti aiutano molto e sono afflitti, meno di altri, da limiti per identificare i cosiddetti esperti.
Una definizione di scienziato che, a me sembra molto condivisibile è quella di un ricercatore di fama internazionale, oggi Pro Rettore all’Università di Milano Bicocca, Gianfranco Pacchioni: scienziato è la traduzione inglese di scientist che vuole solo identificare una professione, un mestiere senza dare patine di sacralità. Nella vicenda coronavirus tre sono gli scientist che dovrebbero più di tutti pronunciarsi e vagliare il virus, la sua evoluzione, il suo genoma e sono i virologi, gli epidemiologi e i biologi molecolari. Tutti gli altri non possono parlare?
Certo che sì ma nella consapevolezza che il carico di conoscenza specifica è di molto inferiore alle tre tipologie di scientist citate. Nell’ambito di virologi ed epidemiologi esiste poi la possibilità di valutarne gli scientist e i ricercatori attraverso l’indice “h” che è l’iniziale di chi ha introdotto questo indice cioè Hirsch, e l’impact factor.
Rispettivamente il numero dei lavori più rilevanti dello scientist e le citazioni ottenute per le pubblicazioni. Pubblicazioni poi di articoli scientifici soggette alla “revisione tra pari” (peer review) e quindi ai pareri espressi attraverso i refree da parte di revisori anonimi, specializzati nella disciplina di riferimento dell’articolo. Pur riconoscendone i limiti, l’indice “h” è universalmente e utilizzato nella scienza contemporanea. Fatta questa premessa e registrato a tutt’oggi 650 soggetti, affetti da coronavirus, 17 dei quali sono morti e 45 dimessi, sulla base di dichiarazioni fatte dal Prof.Giorgio Palù, già presidente della Società europea di virologia e virologo della Università di Padova. Palù ribadisce sempre che questo è un virus nuovo e che molto probabilmente arriva dai pipistrelli. Diversi studi afferma il Prof. di Virologia Palù pubblicati da tedeschi e giapponesi indicano che il virus è presente nella cavità orale e nelle mucose nasali in persone che non presentano alcun sintomo. Quindi può essere trasmesso il virus anche dai portatori sani.
Sottolinea Palù che il paziente zero potrebbe essere asintomatico e quindi non sarà mai trovato. Un’altra affermazione che in verità aveva già fatto il Prof. Tarro riguarda la trasmissibilità del virus per via aerea e pertanto la sua estinzione quando saliranno le temperature dimostrando che è un virus stagionale.
Esiste però secondo il Prof. Palù anche la possibilità che non si estingua e ricompari il prossimo anno. Tre sono le società che stanno testando un vaccino in Australia, Cina e a Boston. Tra 15 giorni aggiunge Palù avremo un quadro molto chiaro. Ogni epidemia raggiunge un apice e poi declina. Di oggi una sciocca e inopportuna polemica tra il nuovo consulente del Ministro della Sanità, il capo della Protezione Civile e la soffiata di un imbecille anonimo dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono 655 i casi: 588 contagiati, 17 morti e 45 dimessi. La polemica del consulente del Ministro, Ricciardi prof di Igiene, che i casi vanno gestiti dall’ISS e che per incanto diventano 288 oltre, a contestare il tampone per la ricerca degli asintomatici appare, alla luce di tante opinioni espresse da virologi, ovvero gli unici competenti del settore, un modo subdolo e nel contempo inopportuno di ridimensionamento postumo del fenomeno coronavirus. Cabina di regia centrale, uniche linee guide per tutti e meno uscite mediatiche dei presunti esperti sarebbero i provvedimenti seri nel Paese che sempre più mostra di essere il paese di Pulcinella.