Stravolte tutte le attività sanitarie della ASL, dopo il blocco dei ricoveri della sanità accreditata e pubblica si arriva ora a destinare tutti gli ospedali della asl all’emergenza COVID 19 accorpando servizi e reparti e prevedendo unità di ricovero covid esponendo tutto il personale sanitario in maniera inopportuna vista anche la mancanza di dispositivi di protezione individuale scarsamente previsti e non conformi ed in mancanza di una formazione specifica.
La FISI ha visto accettare le proprie proposte sulla individuazione di 2 ospedali (uno a nord della provincia ed uno a sud) completamente dedicati all’emergenza ed ora vi sono 94 posti letto di terapia intensiva (in aumento) 40 di sub intensiva e più di 100 posti letto per pazienti con sintomi a cui vanno aggiunti 40 posti di malattie infettive (in aumento). Concentrando le attività sulle postazioni individuate è possibile far lavorare gli operatori in sicurezza con tutti i dispositivi idonei all’uopo ed è possibile gestire l’emergenza garantendo tutti i servizi sia medici che chirurgici che abbiano la caratteristica di essere indifferibili o legati a malattie cardiologiche, oncologiche e tutte le attività previste dai D.P.C.M. e dalle Ordinanze regionali. E’ totalmente inutile, stando ai dati attuali, stravolgere tutti gli Ospedali della ASL dedicandoli a questa emergenza e bloccando tutte le attività.
Purtroppo non si muore di solo Coronavirus! “La mancanza di una cabina unica di regia” dichiara Rolando Scotillo della FISI “e la nevrosi di alcuni Direttori Sanitari espone a rischi di incolumità sia gli operatori che l’utenza: i primi buttati nella fossa dei leoni senza alcuna formazione ed in assenza di dispositivi idonei; i secondi a cui vengono negati servizi essenziali.” Pur volendo ipotizzare a metà aprile, quando si aspetta il picco dell’infezione, lo stesso indice di morbilità della Regione Lombardia ed in presenza di 6.102 casi, sarebbero necessari circa 317 posti letto intensivi in tutta la regione che ha una disponibilità di posti letto intensivi, in epoca pre virosi, pari a 540 nel pubblico ed 80 nella sanità accreditata, inutile al momento accelerare bisogna solo prepararsi al meglio ed osservare le disposizioni governative.
“Fortunatamente abbiamo 25 giorni di anticipo sulla Lombardia, e questo depone in maniera significativa e positiva sul fatto che a fine marzo possiamo fare previsioni più precise se riorganizzare i servizi ulteriormente oltre quelle già messe in campo con la individuazione dei due ospedali di Agropoli e Scafati” conclude Scotillo.