Addio a Luis Sepùlveda Calfucura, scrittore, giornalista, sceneggiatore, poeta e registra cileno amato in tutto il mondo. Non è riuscito a vincere la sua battaglia contro il coronavirus, contratto dopo il ritorno da un festival letterario: ricoverato in ospedale il 27 febbraio, è morto oggi dopo una lunga agonia. Nato ad Ovalle (Cile) il 4 ottobre del 1949, nipote di un anarchico che gli trasmette l’amore per i romanzi d’avventura come Salgari, Melville e Cervantes, e per la politica: quindicenne si iscrive alla Gioventù Comunista – da cui poi viene espulso- e inizia a scrivere. Nel 1969, con il suo primo libro di racconti, vince un premio letterario e una borsa di studio per una prestigiosa università di Mosca, ma vi soggiorna poco, in quanto espulso per le sue idee politiche. Viene torturato ed incarcerato a seguito di un colpo di stato del presidente Pinochet, ma grazie ad Amnesty International viene scarcerato, per poi essere riarrestato sempre a causa dei suoi ideali politici: in tutto passa due anni e mezzo in prigione. Gira il mondo, lavora tanto, non smette di fare sentire la sua voce, scrivendo quasi una quarantina di opere, fra cui la più famosa, ricordata da tutti, Storia di una gabbianella e del gatto che la insegnò a volare, del 1996. Sposato due volte, successivamente ritorna con la prima moglie. Riceve molti premi, fra cui quello Alessandro Manzoni alla carriera nel 2014 e il Terra Award nel 1997. Inoltre, riceve alcune onorificenze: Cavaliere delle Arti e delle Lettere della Repubblica francese; Dottore Honoris Causa dalla Facoltà di Lettere presso l’Università di Tolone (Francia); Dottore Honoris Causa dalla Facoltà di Lettere presso l’Università di Urbino (Italia) e Cittadino onorario del comune di Pietrasanta (LU) dal 2005. Lascia un grande vuoto in tutti coloro che lo amavano e nelle migliaia di fan, preoccupati in questo mese per la sua sorte. Una sua frase: “Solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo.”
Ricordiamo le sue parole e continuiamo a sognare attraverso i suoi libri, ora che il grande Sepùlveda è divenuto ancora più grande, avendo raggiunto la Terra degli Immortali. Buon viaggio, Luis. Tu, come il gatto, hai insegnato a noi gabbianelle, a volare.