“Il dibattito pubblico è un processo di informazione, partecipazione e confronto pubblico su opere di interesse nazionale e si svolge nella fase iniziale di progettazione, quando le alternative sono ancora aperte e la decisione, se e come realizzare l’opera, deve essere ancora presa”. La logica sottesa è che meglio si è informati, in particolare degli impatti ambientali e sociali, dei costi e delle incidenze di un’opera, meglio ci si può esprimere su di essa. La qualità dell’informazione è dunque una caratteristica preliminare e essenziale all’esercizio di un altro diritto, quello a partecipare e a esprimersi, ma anche un modo per difendere l’ambiente. Premessa fondamentale per un dibattito pubblico neutrale e indipendente. L’informazione fornita è risultata così qualitativamente carente che ad un certo punto l’imbarazzo dei partecipanti era palese: di cosa stiamo parlando e perché ne stiamo parlando?
UNO. Restano in piedi solo le “intenzioni” di un fantomatico Consorzio di scopo di cui non si è capito ancora a che titolo e come Eboli ne ha fatto o ne fa parte. Quali sono le loro intenzioni? Quelle di velocizzare l’arrivo di oltre trentamila auto nei tre mesi estivi alle porte del Cilento, con un risparmio di tempo di qualche decina di minuti, Intenzioni a discapito di un territorio, la Piana del Sele, tra i più rigogliosi e produttivi non solo della Campania e del Sud.
DUE. L’ANAS ne esce con le ossa rotte e neanche i funambolici giri di parole utilizzati dai suoi tecnici sono riusciti a mascherare il pressapochismo e l’improvvisazione dell’idea progettuale sviluppata. Come si fa ad affermare che, solo per motivi di rispetto tra enti – Consorzio di scopo, Provincia, Regione e ANAS, non si è messo in discussione, o meglio non si è approfondito, il progetto iniziale? Anche se il progetto è una vera ca…ta? Come si fa ad affermare più volte che il costo ambientale e sociale non è stato previsto perché si attende il progetto definitivo? Il progetto di fattibilità tecnica ed economica non deve tener conto del soddisfacimento dei fabbisogni della collettività coinvolta (territori e comunità)? Dei beni culturali e paesaggistici? Di un limitato consumo del suolo?
TRE. Il Capitano non abbandona mai la propria nave! E’ fuggito di fronte alle prime critiche e difficoltà.
QUATTRO. E’ stato ribadito che nessuna delle tre alternative presentate ci sta bene (per quanto scritto nei punti precedenti). Né la 1 (8 anni per la realizzazione e rapporto costi/benefici negativi), né la 2 (la preferita da ANAS con 7 anni per la realizzazione e rapporto costi/benefici irrisori), e né la 3 (quella proposta dal Consorzio di scopo (10 anni per la realizzazione e rapporto costi/benefici negativi). Ma fra 7 anni (se la realizzazione non incontrerà difficoltà e/o fermi) la mobilità sarà ancora su gomma? Con la gravità della situazione ambientale che necessita urgentemente di trovare soluzioni per una mobilità sostenibile, questo progetto mira allo sviluppo non sostenibile, che equivale ad una condanna per le generazioni future, sia della Piana del Sele che del Cilento.
CINQUE. Non è stato esplicitato chiaramente che non ci sta bene neanche l’alternativa 0 (zero) ovvero quella che lascia tutto inalterato. Noi pretendiamo che la viabilità attuale sia migliorata e messa in sicurezza, che venga riprogettato l’attuale svincolo autostradale e che sia realizzato anche un nuovo svincolo autostradale.
SEI. Il Sindaco Conte è stato chiaro. La sua richiesta di tavolo tecnico-istituzionale è una strada sicuramente percorribile. Non deve essere lasciato solo e dovrà essere supportato dall’intera città, in ogni sua componente.
SETTE. Grazie ad una imprenditorialità di altissima conoscenza e competenza che, pur tra tante difficoltà, non ultima la mobilità, la Piana del Sele rappresenta uno dei poli agro-alimentari più dinamici e innovativi non solo dell’intero sud.
foto di copertina di Rosa Adelizzi