“Quando adottate un animale da una volontaria, che magari l’ha tenuto in stallo a casa sua o comunque se n’è occupata direttamente, portate rispetto.
Portate rispetto per tutto ciò che c’è dietro a quell’animale che vi viene consegnato con gli occhi lucidi e la voce tremante, e portate rispetto per tutto ciò che quell’animale significa e rappresenta.
Quell’animale rappresenta la rabbia, tanta, tantissima rabbia.
Perchè un animale a cui un volontario cerca casa ha sempre dietro un abbandono, e l’abbandono è ciò che il volontario cerca ma è ciò che teme di più, è ciò che cerca di combattere, quasi sempre invano, perchè per uno che ne salvi mille ce ne sono ancora da salvare e tu cerchi di arrivare dappertutto e non ce la fai…
perchè ancora le persone pensano che la sterilizzazione la castrazione sia contro natura…
e arriva un momento che sei obbligata a dire di NO perchè ne hai anche dentro le mutande e pur sapendo che non potevi farcela ti senti comunque una merda…
Quell’animale rappresenta la sofferenza, il timore che se malato o troppo piccino non ce la faccia nonostante ci si metta tutto l’impegno e la volontà del mondo.
Quell’animale rappresenta la paura, il terrore di non farcela a pagare veterinario, pappe buone per tutti, latte in polvere, sverminazioni, antiparassitari, vaccini e chip, l’angoscia del dover chiedere e chiedere e l’umiliazione del doverlo fare, perchè non bastano uno, due, mille stipendi, non bastano mai nonostante ci si metta tutto ciò che si ha e anche oltre…
e quando chiedi il rimborso veterinario, ti senti dire che gli stai vendendo l’animale.
La paura del non riuscire a trovare casa a tutti, la paura di aver sbagliato a valutare quelle persone che l’hanno richiesto in adozione, di non avere valutato tutti i pro e i contro, di non essere stata sufficientemente chiara nello spiegargli cosa e come devono fare. Perchè tu ci hai perso i giorni, le notti, il sonno per fare che stessero bene, che crescessero sani e felici nonostante tu potessi dare loro solo un surrogato di casa…
In ogni animale che portate a casa c’è un pezzo della volontaria che ve l’ha affidato, che è vero, non è stata obbligata da nessuno, è stata una scelta la sua, uno stile di vita che potrebbe abbandonare in qualunque momento se non riuscisse più ad andare avanti…ed è proprio qui che vi sbagliate. Perchè qualunque volontaria che opera da qualche anno vi avrà detto almeno una volta nella disperazione “Io adesso mollo, non ce la faccio più!”…ma poi non l’ha fatto. Perchè farlo è impossibile, perchè il senso di colpa è troppo grande già solo all’idea, perchè si è sempre mossi da una spinta , da una forza più grande di te, di noi e di tutta la cattiveria del mondo.
Abbiate quindi rispetto per quella parte della propria anima e del proprio cuore che una volontaria vi consegna dandovi in adozione un animale e che sarà sofferente nonostante lei sappia che andrà a stare bene…”
Fonte Alice Perati