EBOLI. “Maledetta Burocrazia”: LA RABBIA DI UN GRUPPO DI FAMILIARI CON MALATI CRONICI
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EBOLI. “Maledetta Burocrazia”: LA RABBIA DI UN GRUPPO DI FAMILIARI CON MALATI CRONICI

Siamo alle solite.
La burocrazia non può e non deve essere posta innanzi alla vita delle persone, soprattutto verso coloro che risultano affetti da gravissime patologie.
Si deve purtroppo constatate che quando si esce fuori dal circuito dell’Hospice del Distretto Sanitario di Eboli e ci s’addentra nella giungla della burocrazia sanitaria campana, bisogna fare i salti mortali per aver riconosciuti i propri diritti.
Raccontiamo un recente esempio di ottusa burocrazia. Ad un paziente non viene sostituita la bombola dell’ossigeno liquido in quanto veniva evidenziato dai fornitori che il piano terapeutico dell’Asl era scaduto da due giorni.
Al familiare “burocraticamente” veniva risposto: “”MI DISPIACE MA NON POSSIAMO FORNIRE L’OSSIGENO. ASPETTIAMO LA MAIL DALL’ASL””.
La vita di una persona può essere appesa ad una mail? Anche considerando che il paziente è conosciuto, censito, recensito, schedato, verificato, controllato, visitato?
Possibile che nella vita dei burocrati manca il vocabolo UMANITA’?
Proprio quella “Umanità” che dovrebbe muovere un qualsiasi addetto alla filiera sanitaria regionale; che li dovrebbe portare a pensare che dall’altra parte c’è una persona sfortunata che attende solo un po’ di “ossigeno” per continuare a far battere il proprio cuore.
Bisognerebbe smetterla di burocratizzare anche le cose semplici, o inutili, e porre al primo posto la vita di chi ha bisogno ed ha le proprie giornate, già sfortunate, scandite dalla sabbia di una triste clessidra.
Si attente solo che si faccia funzionare velocemente la filiera delle comunicazioni, abbattendo l’insensata burocrazia, per consentire celermente le forniture salvavita.

FOTO TRATTA DAL WEB