L’EBOLITANA & LA SUA GLORIOSA STORIA: PARTE 2 – DALLA SECONDA META’ DEGLI ANNI ’70 FINO ALL’ARRIVO DEL FUORICLASSE BRASILIANO DIRCEU
Burocrazia Eventi

L’EBOLITANA & LA SUA GLORIOSA STORIA: PARTE 2 – DALLA SECONDA META’ DEGLI ANNI ’70 FINO ALL’ARRIVO DEL FUORICLASSE BRASILIANO DIRCEU

ARTICOLO EDITATO NELL’EDIZIONE ODIERNA DE “LE CRONACHE DEL SALERNITANO” A FIRMA DI GIUSEPPE SANFILIPPO

La storia L’Ebolitana nel1987-88 con Presutto presidente subirà una sola sconfitta e fu promossa in Interregionale La squadra ripescata dopo un terzo posto, solo nel 1976 ritorna in promozione Cavaliere fu l’artefice di un miracolo: “portare a Eboli Josè Guimaraes Dirceu”

Nel primo capitolo di questa storia c’eravamo lasciati con un’ebolitana, che privata di una promozione sacrosanta, demoralizzata, cadde in una crisi profonda che la relegarono in tornei anonimi fino alla retrocessione in 1ª categoria per irregolarità di un tesserato. Era però una formazione di buoni elementi e promesse del calcio nazionale, come Ugo Barberis, un tutto sinistro che in seguito calcò i campi di serie B con il Sorrento, un funambolo che dalla sua fascia di competenza saltava con facilità gli avversari fino a trovarsi a tu per tu con il portiere. La squadra di Eboli ripescata dopo un terzo posto, solo nel 1976 ritorna in promozione. Fu allestita quell’anno una buona rosa riaccendendo la passione dei tifosi. Confermato l’esperto portiere Vitolo, che l’anno seguente lasciò il posto all’ottimo Galantucci, venne a rinforzare la difesa Cosimo Silenzio, una pedina che si dimostrò di eccellenti qualità tecniche in un reparto difensivo coperto già da buoni elementi come l’esperto Adolfo Fulgione. La mezz’ala Turi con Franco Ciccone, attaccante proveniente dalla provincia di Avellino, erano i punti di forza. Sebastiano Turi veniva dalle scuole calcio di massima serie e insieme a Caso, Zottoli e Fulgione era una promessa. Con il loro gioco di coppia Ciccone e Turi riuscivano spesso a imbastire trame di gioco da mettere in difficoltà le difese avversarie. La squadra, nonostante tutto, dopo altalenanti campionati, nel 1979 retrocesse nuovamente. Neppure l’arrivo dalla Salernitana dell’ esperto portiere Fulvio Di Maio riuscirono a lanciare gli azzurri su palcoscenici più adeguati. Qualche sussulto sportivo arrivò sotto la guida di mister Peppe Nazzi e con la presidenza dell’avvocato Visconti, che grazie a una rosa allestita di tutto rispetto, ritornò ad infiammare gli animi degli sportivi ebolitani. Una serie di motivazioni indussero la società a consegnare il titolo al Comune, e l’ebolitana ricaduta in 1 Categoria, nel 1983 rischiò non iscriversi al torneo. Il ritorno inatteso della famiglia Pezzullo, riportò slancio e ottimismo tra i tifosi che intanto si stavano organizzando in un gruppo ultrà chiamato “Nucleo Sconvolti” che si dimostrò determinante per il sostegno alla squadra. Nella rosa si annoveravano gli ebolitani, Egidio Pirozzi, l’attaccante Angelo Zottoli, il libero Virgilio, la punta Santimone, il mediano Galdi, la mezz’ala di fascia Avallone, l’esperto Mario Pietropinto, il libero La Rocca, il portiere Verriola, gli ottimi difensori Tudino e Fasulo e il sempre amato Pasquale Fulgione scuola Fiorentina, ed altri elementi che sotto la guida di un esperto Di Tolla, che all’occasione diveniva anche giocatore, condussero Eboli verso la conquista del torneo. Nei campionati seguenti la squadra sfiorò la promozione nell’istituito torneo dell’ Interregionale che già dal 1981 aveva preso il posto della serie D sancendo la fine del semiprofessionismo. Non portando a segno questo traguardo la dirigenza lasciò il compito di raggiungere obbiettivi più importanti al Presidente Elio Presutto, una persona di grande conoscenza dell’ambiente cittadino per aver svolto la carica di Sindaco. Fu il primo a dotarsi di esperti direttori sportivi e dirigenti tecnici. Era il 198788 Presutto compose una rosa che in quel torneo subirà una sola sconfitta che tra l’altro costò l’esonero di mister Marano, la squadra fu promossa al campionato interregionale. L’anno seguente la società si allargava con l’ingresso di Luigi Cavaliere un personaggio dinamico e vigoroso, amante della sua squadra e del paese, sempre al seguito dei giocatori, un uomo che allargò i rapporti con la tifoseria instaurando con essi un forte legame. Cavaliere fu l’artefice di un miracolo: “portare a Eboli Josè Guimaraes Dirceu”, il primo calciatore straniero a calcare i campionati dilettantistici. Il campione brasiliano, dopo un’esperienza negli Stati Uniti, stava meditando il ritiro dal calcio, ma il patron dell’Ebolitana, amico del brasiliano ai tempi del Napoli, gli fece una proposta suggestiva: “Josè vorrei portare la mia squadra in serie C vuoi aiutarmi in questo compito? “, Dirceu accettò. L’impegno più importante era sbrigare le pratiche burocratiche che permettessero al campione di vestire la casacca dell’ebolitana. Con molta difficoltà le carte furono sistemate . Nel giorno della sua presentazione, circa 2000 ebolitani riempirono il Massayoli, un campo privo di manto erboso e con poche gradinate. L’entusiasmo è grande: per fare in modo che la struttura abbia finalmente un terreno di gioco in erba , vengono mobilitati i giardinieri. Il campo fu allargato con una nuova tribuna laterale a mo’ di curva, Dirceu, paga la ristrutturazione degli spogliatoi e si fa inviare dal Brasile una divisa giallo-verde che sarà la seconda maglia dell’Ebolitana. In quella squadra militava Angelo Zottoli: “Questo fu l’anno che ricordo con più piacere . Dirceu oltre che campione, era una persona di grandi doti umane. Un’annata vissuta al suo fianco in campo e fuori. Eboli piaceva a lui che alla moglie, per questo iniziò ad occuparsi della crescita della società. Per me intanto giocare nella mia città fu qualcosa di speciale, io ci ho giocato per 6 anni, vincendo 2 campionati, sempre sostenuto dalla tifoseria – ricorda Angelo Zottoli”. Emblematica fu la gara con il Savoia ove il gemellaggio con la squadra biancoscudata trasformò quella partita in una grande giornata di festa, con migliaia di tifosi che riempirono lo stadio in ogni ordine di posto. La gara si concluse con la vittoria dell’ebolitana grazie a un meraviglioso goal del campione brasiliano. Nel campionato 1990-91 l’ebolitana affronta il Manfredonia: “Affrontammo quella partita con il massimo impegno ma nella squadra di Eboli c’era un Signore del calcio. Perdemmo 3 a 0. Dirceu disegnava calcio ad ogni tocco. A fine partita naturalmente con orgoglio andai a stringergli la mano e complimentarmi con lui, che mi guardò e mi disse: «siate fieri di aver lottato con tutte le vostre forze», quella frase alleviò in parte la delusione della sconfitta. L’anno dopo passai al Calitri. Arrivai in squadra privo di preparazione precampionato, ma seguì la formazione a Eboli accomodandomi in tribuna. Mentre cercavo un posto intravidi Dirceu. Feci finta di non vederlo, non per essere scortese ma perché pensavo che lui non si sarebbe mai ricordato di me. Pensai male! Dirceu mi chiamò. Mi avvicinai e mi abbracciò. Mi resi conto quale Campione era Josè racconta Emanuele Laquintana che prima con il Manfredonia e poi con il Calitri aveva incontrato un personaggio di cui porterà con se un ricordo indelebile”. In due stagioni però la tanta agognata promozione non arriva e dopo due anni di militanza a Eboli Dirceu lasciò il calcio ritirandosi in Brasile, ove per colpa di un banale incidente automobilistico, perse la vita insieme a Pasquale Sazio, giocatore che si stava ottimamente mettendo in luce nell’ebolitana e a cui fu proposto una tournée in Brasile. I due in quel maledetto 15 settembre del 1995, tornando verso l’abitazione di Rio de Janeiro, furono travolti da una macchina che, proveniente in senso opposto, causò l’incidente spezzando le loro vite. Intanto però per l’ennesima volta la squadra ebolitana si ritrovava nuovamente priva di società…ma questo ricordo appartiene ad un’altra storia che se volete ci accompagnerà nel capitolo finale. , (fine seconda puntata) Giuseppe Sanfilippo.