L’INTERVISTA DELLA GIORNALISTA ORNELLA TROTTA
In un’intervista del settimanale “Agire” a dicembre 1997 il devoto Nunziante Pantuliano aveva raccontato le ragioni che avevano spinto i devoti a costruire la chiesa di Santa Lucia.
Chi scrive queste righe é l’autrice di quella intervista e la ripropone per salvarne la memoria.
PER GRAZIA RICEVUTA
Intervista a Nunziante Pantuliano, ultimo fratello di Carolina sul cui terreno fu edificata la chiesa
di Ornella Trotta
A gruppetti ben vigilati dalle maestre gli alunni della scuola elementare di Varano, ridente frazione di Campagna, affollano la chiesa di Santa Lucia.
È venerdì 13 dicembre e tutti vogliono rendere omaggio alla Santa protettrice della vista. Il parroco don Gennaro Parisi osserva soddisfatto i bambini che in fila si apprestano a prendere posto.
Lucia era una ragazza di famiglia nobile che visse a Siracusa fra il terzo e il quarto secolo. Si sa per certo che distribuì la sua dote ai poveri.
Accusata di essere cristiana al prefetto Pascasio, fu condannata alla prostituzione dalla quale riuscì a rifuggire.
Morì martire e viene invocata in relazione alla leggenda secondo cui la sarebbero stati strappati gli occhi.
Il culto e la devozione per Santa Lucia sono particolarmente vivi a Varano.
Per conoscerne meglio le ragioni, abbiamo rivolto alcune domande a Nunziante Pantuliano, ultimo fratello di Carolina Pantuliano, sul cui terreno fu edificata la Chiesa.
Signor Pantuliano, perché a Varano è stata innalzata una chiesa in onore di Santa Lucia?
Nel 1922 il marito di mia sorella Carolina, Vincenzo De Luna, perse la vista e, disperato, chiese a Santa Lucia la grazia della guarigione: in cambio le avrebbe donato una statua e, ogni anno, il 13 dicembre avrebbe organizzato una festa in suo onore”.
In che anno eravamo precisamente?
“Era il 1922. Miracolosamente dopo un paio di mesi Vincenzo riebbe la vista.
Fu una grande gioia per noi e, sebbene fossi un ragazzino, ricordo benissimo quell’episodio. Mia sorella Carolina piangeva dalla gioia! Così, se dovette tener fede al voto. E Vincenzo e Carolina. commissionarono la statua di Santa Lucia e organizzarono una festa grandiosa.
La costruzione della chiesa risale al 1922?
“No, perché la statua fu collocata nella vecchia chiesa di Oppidi. Nel 1927, Carolina e Vincenzo emigrarono in America, ma tennero sempre fede al voto fatto a Santa Lucia. E ogni anno si preoccupavano di sostenere le spese per la festa del 13 dicembre che noi regolarmente organizzavamo”.
Quando fu costruita la chiesa di Santa Lucia?
“Nel 1952 mio padre Gelsomino Pantuliano divise i suoi beni fra i suoi otto figli. A Carolina spettò un terreno di tredici are, che, ovviamente, non poteva coltivare. Così io e mia sorella Costantina chiedemmo a Carolina il permesso di edificarvi una chiesa in onore di Santa Lucia”.
Quindi la chiesa fu voluta da lei e da Costantina. Come mai questa decisione?
“La guarigione miracolosa di mio cognato aveva colpito un po’ tutta la famiglia. Eravamo molto poveri, ma avevamo tanta fede. Santa Lucia avrebbe guidato i nostri passi, ne eravamo sicuri. Così realizzammo un sogno”.
Chi vi aiutò?
“Credo la Provvidenza. Come già detto, eravamo molto poveri. Tanto che mia sorella Costantina propose di costruire semplicemente una cappella, ma poi ci ripensammo e firmammo una serie di cambiali che puntualmente riuscimmo a pagare. Era il 1952 e la prima pietra fu posta dal vescovo di Campagna monsignor Giuseppe Maria Palatucci”.
Dietro la chiesa c’è un campo da tennis, quando fu costruito?
“Dietro la chiesa c’era un uliveto che nessuno voleva coltivare. Così, anche per dare una rendita alla Chiesa, nel 1985 decidemmo di abbattere gli ulivi e di costruire il campo da tennis”.
Il suo racconto è intriso di fede e di ottimismo. Che cosa può dire oggi ai giovani, così disorientati dall’incertezza dei nostri giorni?
“Io ho sempre avuto fede e Santa Lucia lo sa bene”.
La chiesa di Varano costituisce oggi l’unico luogo di incontro e di aggregazione per i bambini, i ragazzi e i giovani.
Ogni domenica il parroco di Serradarce vi celebra la Santa Messa, il sabato quattro catechiste preparano i bambini per la prima Comunione e i ragazzi per la cresima, un gruppetto di giovani ha costituito un coro che vi si riunisce per provare i canti liturgici.
Nella piazza antistante i ragazzi trascorrono le loro serate e nel campo da tennis disputano entusiasmanti tornei di tennis e di calcetto.
Don Gennaro Parisi ha concluso la celebrazione, i bambini si avviano all’uscita, le maestre stentano a far rispettare la fila. Qualcuno offre una monetina in cambio di un’immagine di Santa Lucia. Li osservo e mi chiedo, sapranno di Vincenzo e di Carolina del voto e delle promesse mantenute?”