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Riceviamo e volentieri pubblichiamo una seconda collaborazione culturale sul profondo significato, anche metaforico del pane, redatta da Laura Avella, avvocato partenopeo di origine cilentana (Perdifumo), collaboratrice della casa editrice “Il Saggio” e dell’omonima storica rivista di Eboli.
L’avvocato Avella, come già precedentemente accennato, è attiva da tempo parimenti nel mondo culturale cilentano, infatti essa è vicepresidente del”associazione ACIPeA-Cilento, la quale promoziona il territorio e le migliori tradizioni culturali dello stesso.
(LAURA AVELLA)
Buona Lettura!
Il pane nasce nella notte dei tempi un egizio il primo panettiere?
Il pane attraversa il tempo , con tante forme e tanti sapori.
Un tipo per ogni Regione .
Un tipo per ogni Nazione.
Ma un unico cuore il pane è casa.
Pane morbido e fumante.
Pane duro e croccante .
Quest ‘ultimo tiene compagnia e ricorda casa quando sulle aspre montagne sarde i pastori lo usano per giorni.
Il pane nasce da un lievito madre quel panetto che gira per un intero paese e, ritorna, alla massaia “capofila” dopo una staffetta lunga come un abbraccio e tutti mangeranno il pane della stessa “matrice.”
Il pane nei detti antichi per unità di misura dell’esperienza dei giovani a cui gli anziani dicevano per scadenzare il tempo : ne devi mangiare forni di pane.
Ebbene da settimane gli italiani hanno riscoperto la passione di impastare il pane e le città, più si svuotano e più manca il lievito dai banchi dei negozi . Il pane è famiglia in tempo di pace e in tempo di guerra , quando il pane si ritirava con la tessera e tanto pane in proporzione al nucleo familiare.
Il pane quello che unisce e cura e non a caso lo portava in bocca il cane simbolo dell ‘assistenza al contagiato San Rocco.
Sembra inverosimile ma i cicli storici sono compiuti.
Tutto torna
(Laura Avella)
Scritto da: Associazione Comunicare
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