“Ho la sensazione che siano stati sprecati tempo e soldi. – Lucia Vuolo, europarlamentare ID/Lega interviene sui ritardi della digitalizzazione degli Stati UE evidenziati dalla crisi Covid-19 – La seconda ondata della pandemia ci trova impreparati negli ambiti che ora dovrebbero a supporto del lavoro e della scuola: la banda ultra larga e la digitalizzazione a portata di tutti”.
L’aumento dei contagi in Italia e le nuove restrizioni decise dal Governo nell’ambito del contenimento del contagio della diffusione del Covid-19, ripropongono un tema ricorrente, quello del ritardo digitale dell’Italia, accentuato dalla crisi Covid-19.
La pandemia ha, infatti, evidenziato le disuguaglianze tra gli Stati UE in termini di digitalizzazione, negli ambiti in cui la connettività, in particolare nelle zone rurali e remote, ha fatto la differenza in termini di smart working e possibilità di accesso all’istruzione digitale.
L’indice Desi (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società) della Ue lo ricorda ogni anno. Nel 2019 (ultimo dato disponibile) il nostro Paese era 25esimo su 28 (compreso il Regno Unito).
Un dato che desta sconcerto considerando gli oltre 573 milioni di fondi dell’UE stanziati nell’ambito della politica di coesione per sostenere la diffusione della banda larga veloce in Italia per garantire velocità di connessione di almeno 100 megabit al secondo (Mbps) per l’85% delle famiglie italiane e per tutti gli edifici pubblici – in particolare scuole e ospedali – e di almeno 30 Mbps per tutti entro il 2020, come previsto dall’Agenda Digitale Europea.
“Previsioni ottimistiche che si sono scontrate brutalmente con i ritardi accertati dal terzo rapporto Auditel-Censis presentato al Senato nei giorni scorsi – commenta l’europarlamentare ID/Lega, Lucia Vuolo – Nel 2019 sono quasi tre milioni e mezzo le famiglie italiane che non dispongono di collegamento ad Internet e che quindi sono state impossibilitate a svolgere qualsiasi tipo di attività on line. Dove sono finiti quei 573 milioni o, come sono stati spesi?”.
“Ho la sensazione che siano stati sprecati tempo e soldi. La seconda ondata della pandemia ci trova impreparati negli ambiti che ora dovrebbero a supporto del lavoro e della scuola: la banda ultra larga e la digitalizzazione a portata di tutti. Nell’ambito del mio ruolo di europarlamentare – conclude la Vuolo – chiederemo chiarimenti alla Commissione europea sulle modalità di impiego dei fondi destinati alla digitalizzazione. Serve trasparenza”.