Sono passati quasi due mesi dal 25 marzo, quando un importante smottamento ha causato la frana del costone e di un muro di contenimento di una proprietà privata in via Michele Morcaldi della Badia di Cava de’ Tirreni. Tale strada risulta oggi ancora non ripristinata, provocando disagi alla popolazione ed isolando quasi del tuttoun patrimonio artistico, culturale e religioso qual è l’Abbazia benedettina, oggi raggiungibile solo attraverso la dissestata strada che attraversa l’abitato di Corpo di Cava.
Già il 27 marzo, il sindaco Vincenzo Servalli, con un’ordinanza, addossava la responsabilità dell’intervento sull’ente provinciale salernitano, competente sulla suddetta strada dal 2001. Per questo motivo, l’amministrazione comunale si aspetta dalla provincia interventi di messa in sicurezza dell’area, affinché venga assicurata la pubblica e privata incolumità ai cittadini.
Di tutta risposta, la provincia di Salerno, con la determina n°226 del 16 maggio, si contrapponeva all’ordinanza di Servalli, manifestando l’illegittimità della stessa. Conseguentemente a ciò, ha conferito mandato agli uffici competenti di procedere a un ricorso amministrativo innanzi al TAR, per far sì che l’ordinanza del primo cittadino cavese del 27 marzo venga annullata.
In terzo luogo, il proprietario del terreno franato ha recentemente iniziato i lavori, delimitando l’area interessata.L’intervento ha subito rinvii a causa delle condizioni metereologiche avverse che hanno tristemente interessato l’intera penisola. Lo stesso ha, ad ogni modo, comunicato di voler approfondire la questione sul piano legale, affinché i responsabili dell’accaduto emergano chiaramente e sugli stessi sia scaricato il costo dell’intervento.
Dal giorno della frana anche via Antonio D’Amico, unico passaggio possibile per giungere alle porte dell’Abbazia, è rimasta senza corrente e priva d’illuminazione. Per sopperire a ciò, alcuni residenti hanno posto dei fari portatili all’ingresso delle proprie abitazioni. Rischia, al momento, di passare in sordina anche questo ulteriore grave disagio per i cittadini.
In questa storia grottesca, ancora una volta la nostra amministrazione sembra ferma al palo, focalizzata sulcarico economico dell’intervento, tenendo in scarsa considerazioneil benessere dei cittadini e il rischio dell’inaccettabile isolamento della nostra millenaria Abbazia. La nostra amministrazione, però, dimentica che fornire una similemortificante cartolina del monumento più importante della città alle porte dell’estate,porterebbe enormi danni all’economia e al turismo nella nostra valle. Il serio rischio è che la strada, nel gioco dello scarica barile, possa rimanere inaccessibile per anni.
Potere al Popolo – Cava de’ Tirreni chiede al sindaco e all’ente provinciale che il benessere e la sicurezza del cittadino vengano messe al primo posto nella maniera più celere possibile, e che non si verifichi di nuovo ciò che accadde in località Sant’Anna, quando la strada provinciale 360 di via Pasquale Di Domenico fu chiusa per quasi due anni. A tal proposito, si chiede che i lavori per il ripristino di via Morcaldi inizino immediatamente senza ulteriori ed evitabili perdite di tempo e, nelle more, che si intervenga sullo stato di incuria e di dissesto di Via Antonio D’Amico.