Introdurre uno “ius soli ebolitano” per affermare le libertà fondamentali delle persone, e stimolare il senso di appartenenza alla comunità locale.
Il prossimo 13 giugno, nell’aula consiliare del Comune di Eboli sarà presentato il progetto “Di.Agr.A.M.M.I. di Legalità al centro-sud – Diritti in Agricoltura attraverso Approcci Multistakeholders e Multidisciplinari per l’integrazione e il Lavoro giusto”. Di. A.gr.A.M.M.I. è stato selezionato a mezzo dell’avviso pubblico N.1/2019 per la presentazione di progetti da finanziare a valere sul Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020 ʹ OS2 Integrazione/Migrazione legale ʹON2 Integrazioneʹ e sul Fondo Sociale Europeo, Programma Operativo Nazionale Inclusione 2014-2020 Asse 3 ʹ Priorità di Investimento 9 Obiettivo Specifico 9.2.3 Sotto Azione III ʹPrevenzione e contrasto del lavoro irregolare e dello sfruttamento nel settore agricolo.
Le attività progettuali coinvolgono 8 Regioni, sono state avviate a luglio 2021 e saranno operative fino a dicembre 2023. La Regione Campania ha aderito prevedendo la concentrazione delle azioni progettuali nelle aree territoriali di Caserta – Napoli Nord e della Piana del Sele.
Questa iniziativa è stata sollecitata dalla Rete del Progetto Di.Agr.A.M.M.I. SUD e promossa da Matteo Balestrieri, consigliere comunale, già dipendente dell’Ambasciata d’Italia a Dublino e attualmente direttore del CAS di Eboli “Il Principe”, presso il quale soggiornano circa 90 persone di 15 nazionalità diverse che convivono tra loro in totale armonia e nel rispetto di un metodo condiviso, promosso da Balestrieri, di armonizzazione delle differenti individualità volto alla graduale e consapevole integrazione nel tessuto sociale locale, a partire dall’apprendimento della lingua italiana.
“Le porte del CAS – dichiara Balestrieri – sono state aperte alle istituzioni e alle associazioni del settore per cercare di favorire corsi di formazione e di orientamento al lavoro col fine di fornire i giusti strumenti agli immigrati, specie i più giovani, per sfuggire alla piaga del caporalato: un fenomeno complesso che necessita di essere contrastato attraverso interventi multidisciplinari ed integrati”.
L’azione dell’Amministrazione comunale supportata da “Eboli 3.0 – La Città in Comune” di cui Matteo Balestrieri è capogruppo in Consiglio comunale, è stata subito aperta al dialogo con le diverse comunità del territorio favorendo la veicolazione di informazioni multilingua e portando avanti un lavoro sul “patto per un’Islam italiano” che si rifà a quello sottoscritto nel 2017 a livello nazionale e che va a riconoscere ufficialmente la cultura islamica su questo territorio. Sono stati costituiti rapporti con il console Marocchino e si sta lavorando per realizzare interventi di social housing per gli immigrati residenti ad Eboli grazie ai fondi PNRR acquisiti per oltre 2milioni di euro (solo 3 comuni in Regione Campania hanno ottenuto questo risultato).
L’amministrazione Conte ha poi concesso la cittadinanza onoraria a MahsaAmini (a cui è stato dedicato anche un bellissimo murales nel centro cittadino). In quella delibera, condivisa durante i lavori della III Commissione, lo stesso Balestrieri ha proposto di ribadire che “la città di Eboli condanna fortemente ed incondizionatamente la pena di morte e il reato di tortura, pratiche disumane ancora diffuse nel mondo”.
Su può fare ancora di più, e la proposta del Capogruppo Balestrieri sarebbe quella di seguire l’esempio della città di Bologna che ha concesso, in riferimento al principio dello IUS SOLI, la cittadinanza onoraria per tutti i minori residenti in città nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti o nati all’estero ma che abbiano completato almeno un ciclo scolastico o un percorso di formazione professionale in istituti appartenenti al sistema educativo di istruzione e di formazione italiano.
Uno “IUS SOLI ebolitano” sarebbe una forma di riconoscimento del ruolo di coesione tra popoli e culture diverse e per affermare pienamente le libertà fondamentali delle persone, stimolando così il senso di appartenenza alla comunità.
Dobbiamo prendere coscienza del fatto che Eboli sta diventando sempre di più una “città-mondo” e bisogna mettere le basi affinché questa condizione sia considerata da tutti quale prospettiva da perseguire nell’interesse unico di far valere, su questo territorio, diritti non sempre garantiti per tutti coloro che qui hanno intenzione di costruire la propria prospettiva d’avvenire.