Martedì 19 e mercoledì 20 al convento di San Pietro alli Marmi.
L’Associazione Berniero, in collaborazione con l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini di Eboli e con il sostegno del Comune di Eboli, presenta “Berniero” presso il convento di San Pietro alli Marmi con ingresso gratuito.
Tema della terza edizione: Camminanti nell’oscurità dei tempi, la cultura si fa luce di scoperta “Lumina”
Martedì 19 novembre
Alle ore 20.00 concerto “Classica” di Radiodervish e Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento
Mercoledì 20 novembre
Alle ore 16.00: Dialogo con Franco Arminio, paesologo.
A seguire alle 17.30, il Premio “Berniero” a Morigerati Paese Ambiente.
Infine alle ore 20.00: Dialogo con Erri De Luca
Camminanti nell’oscurità dei tempi, la cultura si fa luce di scoperta
“Lumina”, Berniero 2019Ospiti della terza edizione: Erri De Luca, Franco Arminio, Radiodervish 19-20 novembre, Basilica del Convento di San Pietro alli Marmi – Eboli (Sa) Ingresso gratuito.
Aprire lo sguardo per intercettare la luce che si fa spazio nel buio dei nostri tempi: questo è lo spirito con cui si anima la terza edizione di “Berniero”, il festival tra spiritualità e riscoperta delle radici nel solco della storia mista alla leggenda di San Berniero compatrono di Eboli. “Lumina” è infatti il tema intorno al quale si snoda l’edizione 2019 dell’evento organizzato dall’Associazione Culturale “Berniero” in collaborazione con l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini di Eboli e al Comune di Eboli.
Mettersi in cammino con la cultura che si fa lanterna di scoperta, mettersi in cammino alla ricerca costante di varchi e passaggi di luce, di stimoli sempre nuovi che aiutino a far fronte alla cecità indotta dalla superficialità, dal qualunquismo, dalla non conoscenza. In programma il 19 e 20 novembre, presso la Basilica di San Pietro alli Marmi, il festival quest’anno ospiterà tre grandi esponenti della cultura contemporanea che, attraverso la loro arte, condivideranno il proprio sguardo sul mondo per aprire riflessioni, relazioni, percorsi alternativi all’obsolescenza di umanità. Saranno a Eboli lo scrittore Erri De Luca; il poeta Franco Arminio; i Radiodervish, gruppo di cantautorato mediterraneo. L’ingresso è gratuito. Torna, inoltre, il “Premio Berniero. Custode degli ulivi”. Alla sua seconda edizione, il riconoscimento è conferito a coloro che si sono distinti per la cura e la particolare attenzione nel preservare gli uliveti e i paesaggi che disegnano. Quest’anno il premio sarà assegnato al Comune di Morigerati con il loro progetto “Paese Ambiente”.
Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Morigerati è stato il primo territorio a offrire ospitalità diffusa in armonia con le tradizioni e la cultura locali oltre che con i ritmi della natura.
Il ritorno alla terra, una riflessione sul senso dei confini, sono stati i temi delle prime due edizioni del festival. Olio che illumina, che produce cultura e la diffonde con la sua luce, quest’anno “Berniero” scende nelle viscere del buio per irradiare nuove scintille di conoscenza, di consapevolezza. “Berniero” pone l’attenzione sulla ricerca di “luci” intese come segni di speranza nel difficile periodo che si sta vivendo dal punto di vista sociale.
Il Santo del miracolo dell’olio, Berniero, partì pellegrino dalla Spagna abbandonando i suoi averi e i suoi titoli per ripercorrere i luoghi dell’apostolo Pietro. Giunse a Eboli intorno all’anno mille e qui si prodigò per aiutare i suoi abitanti. Fu ospitato dai padri benedettini che avevano fondato il Convento di San Pietro (alli Marmi) e che gli permisero di dormire in un trappeto, dove erano custodite le giare con l’olio dei loro ulivi, ormai ghiacciato
per il terribile freddo di quell’autunno.
Berniero è fortemente legato alla terra e all’olio perché è proprio in quel trappeto che compì il suo miracolo: la leggenda racconta che in punto di morte l’olio ghiacciato si sciolse e cominciò ad aumentare il suo volume e a scorrere dalla collina verso il paese, mentre i poveri abitanti correvano a raccogliere il prezioso liquido,
proclamando quell’uomo ‘Santo’. La santificazione della Chiesa di Roma fu concessa ufficialmente solo qualche secolo dopo: San Berniero, le cui ossa sono ancora contenute nella cripta del Convento di San Pietro
alli Marmi in Eboli, è l’unico Santo della chiesa cattolica ad avere questo nome.- Terza edizione
Una tradizione che si sta consolidando per Berniero è quella di presentare il festival con un titolo diverso di anno in anno, una parola che traduca l’attualità e che sia da guida nella costruzione dei significati che andremoa cercare in ogni edizione.
La terza edizione di Berniero avrà come titolo “Lumina” ed il motivo è semplice: servono luci.
La sensazione che ci ha portato a scegliere questa parola latina e plurale è questa: sarete senz’altro entrati in una stanza buia, cominciando a tastare le pareti aiutati dalla vostra memoria. Conoscendo il luogo, saranno bastati pochi tentativi per trovare l’interruttore. E se, invece, vi trovaste in una stanza sconosciuta? Cosa accadrebbe?
Comincereste a tastare le pareti o a chiedereste ad alta voce un po’ di aiuto?
Berniero, il nostro piccolo festival, quest’anno ha pensato che ci sia bisogno di una luce, anzi di una pluralità di luci, perché la stanza è buia. È buia di affetti, è buia di incontri. È troppo buia di umanità, di sacralità è buia.Luci servono, punti di vista non imposti.
Nel 2018 avevamo chiesto che Berniero fosse a voce bassa. Un anno è trascorso e intorno abbiamo i cocci
delle urla che circondano ognuno di noi, che si accumulano e diventano pareti. La stanza è buia, servono luci.Ancora una volta cerchiamo un aiuto in un uomo nato prima di noi, come si cerca un nonno o un padre, un ante nato: l’uomo Berniero. Figlio di qualcuno e pater di questa terra, nominato padre dai suoi figli mille anni
fa. Figlio di un’esigenza: una migrazione di superficie, terrestre. Dalla Spagna all’Italia, giunto e accolto. Portò con sé le braccia che aiutarono chi ne aveva bisogno, tutti ne ebbero bisogno. Lasciò i suoi figli moltiplicandol’olio per loro. Così fa un padre.Mentre il mondo intero tra dazi, persecuzioni e guerre sembra rivestirsi di un abito medievale, qui inteso nel suo orrendo sinonimo di oscurità, e mentre la specie più evoluta del pianeta è ipnotizzata da dialoghi/duelli virtuali dominati dalla parola urlatasilente ci sembrava molto importante fermarci, sederci e ancora una volta parlarci, ma per davvero. Guadandoci in faccia. Chiederemo ai nostri ospiti di portare qualche lumina, di indicarci qualche luce, di condurre le nostre mani
lungo le pareti di questa stanza buia.
Benedetto Giacobbe
Associazione Berniero