Circa 3000 firme da raccogliere chiedere l’ indizione del referendum comunale. Una strada tracciata da due organizzazioni di categoria rappresentative del comparto della piccola impresa e del commercio. Domenica
scorsa, durante un’ assemblea, Unimpresa e Confesercenti avevano lanciato l’ idea di indire un referendum sulla questione della fornitura e del consumo di energia. In sostanza, l’ iniziativa vuole portare il Comune di Eboli a ridefinire gli accordi con Terna, la società che sta realizzando l’ elettrodotto tirrenico,in modo da garantire anni di
riduzione delle tariffe, se non addirittura di azzeramento, per i residenti ebolitani e per le imprese locali: avviene già in altre realtà, come nel caso della Basilicata in seguito alle autorizzazioni per le trivellazioni ed a Piombino. «Occorre mettere in campo una vera e propria organizzazione – spiega il coordinatore di Unimpresa, Massimo Giusti -.Innanzitutto si deve creare un comitato promotore di 50 esponenti, per potere andare alla raccolta firme ed alla richiesta di indizione del referendum. Tra l’ altro la raccolta delle firme ha tempi contingentati, deve avvenire
entro 90 giorni dall’ autorizzazione comunale.E’ in ogni caso un’ ipotesi che mettiamo sul tavolo, opzione per garantire aiuti alle imprese ed ai commercianti, in una condizione difficilissima. Pensiamo che si debba
approfittare dell’ occasione di potere interloquire con Terna, perché in altre aree d’ Italia questo ha garantito maggiore attenzione per i territori». Tratto da Cronache del salernitano, articolo di Eugenio Verdini