Lettera Aperta
Siamo Tutti rami dello stesso Albero.
( di Felice Vocca, Sindacalista UIL-FPL)
Ci sono momenti nella vita, nei quali, emozioni, ragioni, ansie e preoccupazioni, in modo prepotente prendono il sopravvento; a contaminare gli stati d’animo, a provocare questa condizione di allerta emotiva, oggi è la ripresa violenta della diffusione della Pandemia da Covid.
Questo Virus il quale, parafrasando dei versi di Antonio de Curtis, in arte Totò possiamo così definire, “… si povero, si ricco, si putente, ‘nfaccia a sti ccose chella fa ‘a gnurante, comme a nu sbirro che t’adda arrestà…”e di “arresti “ il Coronavirus, da quando ha ripreso la sua diffusione ne ha fatti tanti. In ginocchio c’è mezzo Mondo, in guerra contro questo Virus, è sceso tutto il mondo scientifico, al momento la scienza, riesce solo ad aggiornare le statistiche dei contagiati e dei morti.
Prendo “carta e penna”, e senza chiedere permesso, Vi invio queste riga, scrivo perché preoccupato, scrivo perché il mio stato d’animo è attraversato da tanti sentimenti contrastanti, scrivo perché ho l’obbligo, per il ruolo che ricopro, di raccontarVi e farVi partecipe delle voci dei miei colleghi, scrivo perché la coscienza Sindacale me lo impone. Vi scrivo dal Campolongo Hospital, per chi non ci conosce, siamo Clinica Privata Accreditata al Servizio Sanitario Nazionale, associata A.I.O.P. , ci occupiamo di chirurgia ortopedica e riabilitazione, le Nostre professionalità e le Nostre competenze hanno radici antiche e ben radicate, siamo un riferimento per l’intera Regione Campania ( e non solo,
potrei osare e dire, per gran parte del Sud Italia);
Gli apprezzamenti alla professionalità ed alla qualità del servizio che offre la Nostra Clinica li leggiamo quotidianamente nei messaggi e nelle testimonianze di stima e di riconoscenza che ci lasciano i pazienti all’atto delle dimissioni.
Vi scrivo a nome di quella Sanità che ha atteso un rinnovo di contratto per 14 lunghi anni; quella Sanità, che con dignità, professionalità e senso del dovere, non ha mai fatto mancare assistenza, presenza, umanità, competenza, cordialità e impegno ai tanti che si sono rivolti “al privato” per accedere per avere prestazioni o assistenza; quella Sanità che da sempre lavora a sostegno e in simbiosi della Sanità Pubblica.
Vi scrivo a nome di quella Sanità, che oggi, come ieri è in prima fila per garantire cure e ricovero ai pazienti Covid, quella Sanità, alla quale viene chiesto di dare sostegno al Sistema Sanitario Pubblico per evitarne il sovraffollamento, il collasso e sollevarlo da carichi di lavoro diventati ( oggi come ieri) insostenibili ed impossibili da reggere.
Oggi, il Nostro senso del dovere ci “rimette” in prima fila, ancora una, ci viene chiesto di modificare le Nostre specialistiche e le Nostre prestazioni, di mutare le Nostre competenze, la Nostra esperienza, per riconvertirci in Centro COVID, e Noi, rispondiamo presente.
Noi ci siamo, a Voi chiediamo di non lasciarci soli, a Voi rivolgiamo l’invito, sicuri della Vostra sensibilità e attenzione, di rappresentarci e garantirci al pari degli operatori del servizio Sanitario Pubblico, per una volta, a nome di quella unità Nazionale alla quale tutti ci rifacciamo in questo momento di emergenza, a Voi chiediamo una equa e pari dignità
di trattamento, siamo e ci sentiamo in questo momento parte integrante di quel sistema che il dizionario della lingua Italiana definisce :” insieme degli organismi, delle persone e dei mezzi preposti a tale tutela della salute di una comunità “, la Sanità. E’ Nostro convincimento che oggi in Italia sta operando la Sanità Italiana, senza nessun distinguo,
siamo tutti rami dello stesso albero!
Quello che chiediamo, è di essere considerati e garantiti, negli accordi Nazionali, Regionali e Provinciali in materia di premialità , così come previsto per i colleghi del Settore Sanità Pubblica. Siamo certi che il Nostro appello / invito questa volta no cadrà nel vuoto, non saremo dimenticati; s iamo certi e fiduciosi che “ nessuno resti indietro” , lo
slogan del nostro Segretario Generale, verrà sventolato, rivendicato ed applicato anche ( soprattutto!) in questa fase emergenziale a sostegno della Sanità Privata..
In nome del sacrosanto princio di Solidarietà Sociale, valore nel quale affonda le sue radici la Cultura Socialità della U.I.L. , in nome della nostra ambizione di ridurre le disuguaglianze, certo di essere letto , compreso e ascoltato, questa occasione mi è gradita per porgere ai destinatari della presente il mio ossequio, la mia stima ed ammirazione per
quanto quotidianamente mi trasmettete e per l’onore che mi date di potermi pregiare della
Vostra stima.
Felice Vocca
R.S.A. Campolongo Hospital Eboli
Allegato:
lettera aperta segretari uil fv
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