Tutti noi nella città di Eboli conosciamo Antonio Rosamilia, come una fattivo sostenitore degli interessi dei cittadini in particolar modo degli inquilini delle Case Popolari ex IACP ora Acer, un sindacalista che propugna ogni giorno la sua opera sotto le insegne della Sicet – CISL, oramai da diversi anni ed ottenendo sempre un grande riscontro di consensi popolari.
Ma questa volta il noto attivista di categoria ci ha raggiunto telefonicamente per dire la sua sulla chiusura voluta dal sindaco facente funzioni, Luca Sgroia, in data 10 novembre delle agorà cittadine, di quelle piazze grandi medie e piccole che costellano da sempre l’urbano della dell’antica Eburum, per frenare nelle nobili intenzioni, l’avanzata del contagio da Covid-19, dovuto ad assembramenti in tali luoghi.
RILEGGIAMO L’ATTO AMMINISTRATIVO:
Ordinanza Comunale n. 308 del 10 novembre 2020: ll Sindaco ff, considerato l’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia ed il notevole incremento dei casi sul territorio comunale, richiedono l’adozione di ogni misura idonea a contenere la diffusione del virus e limitare le occasioni di contagio.
Ha pertanto emanato la seguente ordinanza: Chiusura al pubblico, per l’intera giornata, dal 10 novembre al 3 dicembre 2020, delle seguenti piazze:
– Piazza della Repubblica;
– Piazza Capo Bon;
– Piazza Calò;
– Piazza Epitaffio;
– Piazza Pezzullo;
– Piazza Maestri Calabrese e Lambertino;
– Largo Pastrana;
Invero questa presa di posizione amministrativa ha suscitato due correnti di pensiero: la prima dirigista che plaude ad una scelta così forte nel solco di una severità atta ad istillare nella mente dei consociati un atteggiamento virtuoso, in primo luogo con un distanziamento fisico nei classici ambiti di aggregazione.
La seconda invece più libertaria, contesta tale ordinanza sulla scorta di un principio di praticità, oltre che di garanzia coronata da un minimo di diritto di spostamento agli ebolitani, giovani e meno, pur nell’emergenza sanitaria.
Ed è proprio a questa corrente di pensiero, si sposa la motivazione addotta dal sindacalista Antonio Rosamilia, che nella fattispecie specifica: “Vada per le piccole piazze che poco incidono, ma trovo davvero strano, anzi peregrino, che si chiuda quella più grande, Piazza della Repubblica, che poteva essere ed è stata sempre, una valvola di sfogo naturale per la sua storica collocazione centrale, agli assembramenti canonici, i quali rischiano di riversarsi cosi nelle strade adiacenti, vanificando l’operato dell’amministrazione.”
Aggiunge l’attivista sindacale :”Io non so chi abbia consigliato tutto questo al primo cittadino facente funzioni Luca Sgroia, ma senz’altro è una scelta che ignora questo particolare di non poco conto, ovverosia ripeto, lo sfogo antropico canalizzato in altre strade; parafrasando una battuta del grande Totò nel famoso film di inizio anni 50 “Miseria e Nobiltà”.. viva l’ignoranza!” lo dico in tono scherzoso, sia chiaro, e senza polemica alcuna”. Conclude ironico Rosamilia.
Infine a tale riflessione, naturalmente come facile da prevedersi, la chiusura delle piazze che si protrarrà fino ad inizi del mese prossimo, sarà ancora materia di discussione, sia nelle strade fisiche che in quelle virtuali della nostra comunità, e pertanto noi dell’associazione comunicare (Radio Città 105 e Magazine omonimo), saremo sempre presenti a registrarne gli umori, le istanze e persino le speranze della collettività ebolitana intera.
M.N.
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