foto di copertina tratte dal web
Upupa, ilare uccello calunniato dai poeti, che roti la tua cresta sopra l’aereo stollo del pollaio e come un finto gallo giri al vento; nunzio primaverile, upupa, come per te il tempo s’arresta, non muore più il Febbraio, come tutto di fuori si protende al muover del tuo capo, aligero folletto, e tu lo ignori.”
video de “Il Saggio”
https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=1337649800099043
Così Montale decantava l’upupa, un uccello che è stato soggetto di molti letterati, fin dall’antica Roma. Ma è proprio Montale che gli dona una connotazione positiva, visto la sua precedente brutta fama: Foscolo lo descrive come un animale misterioso e funereo, e Parini addirittura è spaventato alla sua vista. Ovidio ne fa una descrizione più veritiera ma comunque non lo inserisce in un contesto più festoso. In realtà, questo grazioso uccello, è considerato da sempre un portafortuna: in alcuni paesi, purtroppo viene ucciso ed essiccato al fine di essere utile come talismano o amuleto. Si narra che fosse custode dei segreti del re Salomone, e in Italia è di buon auspicio perché arriva con la primavera. A Eboli, durante il prestigioso concorso internazionale di poesie Il Saggio-Città di Eboli, ogni anno si dedica una notte proprio all’upupa, vera testimone dei poeti che presiedono l’evento. Durante il percorso nel suggestivo borgo ebolitano, oltre agli autori e all’editore del Saggio, Giuseppe Barra, si incontrano vari artisti di associazioni presenti sul territorio, che fra balli, canti, e intermezzi teatrali, rendono ancora più lieta la passeggiata.
Giovanna Iammucci-scrittrice