Negli ultimi giorni nella nostra Città si parla molto di giovani e di politiche giovanili, da giovane amante della politica e da giovane amministratore non posso non esprimere il mio pensiero.
Viviamo in un momento storico difficile, la pandemia, il post pandemia e la guerra stanno cambiando il nostro modo di vivere e condizionando le nostre generazioni. L’ultimo rapporto CENSIS ci dice che incertezza e ansia gravano sulla quotidianità della giovani generazione. In Italia più di sei giovani su dieci (62%) hanno cambiato la propria visione del futuro a seguito della pandemia: solo per il 22% il futuro sarà migliore, mentre il 40% ritiene che sarà peggiore.
Dunque siamo una generazione sfiduciata, senza prospettiva di futuro, sono venuti meno i valori, le identità e le certezze. Tutto ciò crea una generazione instabile.
Rispetto ai nostri genitori, ai nostri nonni, che sono cresciuti in un paese che viaggiava con il segno +, noi siamo la generazione che sta vivendo in un paese dove la negatività la fa da padrone.
Recessione economica, recessione sociale che fa ancor più paura di quella economica, disinteresse e sfiducia nelle istituzioni ma sopratutto l’inesistente senso di comunità, del vivere insieme del sentirsi figli di una terra che sembra che figli non ne voglia.
È su questo che va aperto un ragionamento, è su questo che da amministratori locali, da rappresentanti più vicini alla gente, dobbiamo intervenire. Far tornare l’istituzione scolastica al centro della Comunità, rendere protagoniste le parrocchie di una rete tra istituzioni e giovani, ascoltare le esigenze degli adolescenti non per parlarne ma per far parlare loro, per renderli partecipi della vita della nostra Città, dobbiamo dare ai giovani la possibilità di dire la propria, di fare rete e insieme a loro di programmare.
Come istituzioni su questa tematica abbiamo il dovere non di parlare, ma di ascoltare, non di chiuderci, ma di aprici il più possibile, di non dettare indirizzi ma di farceli dettare affinché anche i giovani si sentano protagonisti del furto della nostra Eboli.Ed in tal senso che l’amministrazione comunale ha voluto fortemente che si svolgesse un consiglio comunale monotematico sulle Politiche Giovanili, non il solito consiglio comunale, ma un consiglio comunale aperto nel quale associazioni giovanili, dirigenti scolastici, e chiunque possa fare la propria parte per le giovani generazioni, possano dire la propria, perché siamo convinti che bisogna partire dall’ascolto, se davvero si vuole programmare qualcosa di importare per i giovani.