EBOLI: IL VIRUS NON FERMA LA DEVOZIONE PER SAN VITO MARTIRE
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EBOLI: IL VIRUS NON FERMA LA DEVOZIONE PER SAN VITO MARTIRE

(Foto di Copertina di Vito Leso)

SAN VITO 2020: IL RITO SACRO SI RINNOVA

di Marco Naponiello

Certamente ed è innegabile, l’edizione 2020 della festa patronale sarà ricordata per l’assenza della processione, delle bancarelle rutilanti lungo tutto il centro cittadino e per la mancanza di quegli odori tipici delle feste di paese che accompagnano i tanti devoti che accalcano il 15 giugno ebolitano, la data canonica per i festeggiamenti di San Vito Martire.

Ma nonostante tutto le privazioni normative anti covid-19, esse non hanno fermato la composita celebrazione, e gli ebolitani nel precipuo rispetto dei decaloghi di profilassi, hanno presenziato a tutte le manifestazioni  religiose che  sono parte, da secoli, della memoria collettiva cittadina.

Ma riavvolgiamo il nastro degli eventi: si parte con le celebrazioni eucaristiche cadenzate ora per ora per tutta la giornata di ieri, di poi il momento cruciale intorno le 19.00, un passaggio toccante e di alta sensibilità, ci riferiamo alla benedizione dei cani fatta in principio della Loggia e poi per strada, da parte di Don Michele Marra, reggente foraneo dei presbiteri ebolitani, ma specialmente egli  è il parroco di Santa Maria della Pietà, la chiesa Collegiata risalente al XII secolo dove è  custodita la statua del patrono San Vito e di  San Berniero,suo Vice. Dicevamo  appunto dei tanti amici a quattro zampe scodinzolanti, di cui Vito Martire ne è il protettore, i quali dalla strada antistante il portone principale dell’antico luogo di culto, accompagnati naturalmente dai loro padroni e forse quasi per empatia spirituale, sembravano voler  attendere, scodinzolanti e con piccoli accenni di latrati, anche loro tale benedicente rito, ed  in questo passaggio pet friendly come per tutta la centralità della cerimonia patronale, c’è stata la presenza delle più alte cariche  civiche ebolitane, primo tra tutti il sindaco Massimo Cariello.

Senza soluzioni di continuità, si torna all’interno della Chiesa dov’è erano presenti  ripetiamolo, il sindaco di Eboli, Massimo Cariello e tutto lo staff,il presidente dell’assisecittadina e delegato provinciale all’Ambiente Fausto Vecchio, l’assessore all’ambiente Emilio Masala, i consiglieri di maggioranza Pierluigi Merola e Giuseppe Piegari, poco più distanziato sedeva il capogruppo di Forza Italia, Damiano Cardiello, esponente dell’opposizione. Quivi, ai rappresentanti politici facevano da contraltare quelli delle forze dell’ordine: in primo luogo il neo comandante della Polizia Municipale, il Ten. Col Sigismondo Lettieri ed il Cap.della compagnia dei CC di Eboli, Luca Geminale, oltre ai corazzieri della Municipale che in alta divisa presenziavano dinnanzi all’altare maggiore, ove era posta, stagliandosi per tutta la lunghezza delle navate, la statua di San Vito.

Ed ecco il momento topico della serata, la celebrazione eucaristica da parte di Don Alfonso Raimo, vicario generale vescovile ossia dell’arcidiocesi Salerno-Campagna-Acerno, da poco nominato dall’arcivescovo in carica​ Monsignor Andrea Bella​ndi. In chiesa erano presenti con le dovute distanze sociali, un nutrito gruppo di fedeli che in silenzio hanno seguito tutta la lunga e commovente liturgia.

Invero con la consueta facondia e cultura teologica, Don Alfonso Raimo, ha esaltato la vita del Santo Patrono di Eboli, di origine forestiera e parimenti le sue virtù eroiche di Fede, manifestatasi già in età adolescenziale. Infatti il santo giovinetto fu martirizzato dall’Imperatore romano Diocleziano, proprio nella Piana del Sele, dove da secoli è vivido il suo culto e che ne ha fatto non solo il patrono dell’antica Eburum, ma di molte realtà meridionali, come anche del nord Italia e del nord Europa, ed in definitiva, in tutte le Chiese che ammettono il culto dei Santi, Vito è protagonista. Di seguito la dissertazione di alto profilo dottrinale, da parte di Don Alfonso Raimo è durata per tutta l’omelia, con sagaci differenziazioni di tipologie di santità e l’invito ecumenico a seguire almeno in parte il grande esempio Vito il giovinetto campione della Fede, e di tutti coloro che sulla falsariga di queste esistenze vissute in Grazia di Dio, hanno glorificato per millenni la dottrina Cristiana.

Subito dopo la Comunione, dispensata brevi manu per motivi di igiene,si è passati alla tradizionale consegna delle “Chiavi della Città” poste sulla statua del Santo; con un rapido ma commosso discorso dal pulpito da parte del sindaco, Massimo Cariello, il quale ha ringraziato gli officianti come la figura di un altro grande Vito ebolitano parliamo di quel compianto mai troppo, Vito Vocca (ricordati anche nelle preghiere i tanti trapassati), animatore di numerose e belle manifestazioni cittadine, nonché  colui  il quale si è battuto per ripristinare questa cerimonia simbolica, a cui il sindaco non si è mai invero sottratto,  pel tramite di una icastica  posa sulla statua del Santo protettore delle chiavi della città, quella Eboli che sul Gonfalone del Santo ai suoi piedi campeggia appunto la scritta:”Eboli è  mia e io la difendo”, che è stato esposto nel momento di massima crisi della pandemia, parimenti ad un altro panno santo per gli ebolitani, quello dei SS Cosma e Damiano, i santi medici per eccellenza, invitti taumaturghi.

Congedandoci da questa relazione,  vorremmo concludere evidenziando di certo e senza fallo, una serata di alto sentimento religioso terminatasi tra canti e preghiere, ma con una soddisfazione da parte nostra, un piccolo passaggio “personale”, ovvero dell’associazione Comunicare, che tramite la sua Radio Città 105, ha trasmesso in diretta tutta la cerimonia (tecnici Alex Sica ed Antonio Bisogno), e non vogliamo soffermarci tanto sulle migliaia di visualizzazioni ottenute già chiusura della diretta, ma del commosso ringraziamento da parte dei tanti ebolitani che hanno potuto seguire da remoto la liturgia patronale, in special modo ai molti nostri concittadini che da anni per lavoro sono stati costretti ad emigrare, sia in altri posti della nostra Penisola,  od addirittura in altre nazioni del continente europeo, nelle Americhe, in Australia che non hanno lesinato di ringraziarci nei commenti in calce al video-streaming, per l’opera svolta di diffusione. Essi infatti, si sono emozionati nel visionare la Santa Celebrazione. In definitiva per noi è un motivo di orgoglio, una grandissima soddisfazione, cui ha tenuto a precisare il Presidente dell’Associazione Comunicare e della Radio medesima, oltre che di questo Magazine, Giovanni Nigro,  che testimonia come la piccola nostra realtà editoriale, sia finalizzata senza scopo di lucro alcuno, a promozionare il territorio in tutte le sue forme, ed in definitiva ad essere la Radio del e per il popolo, con l’intento chiaro ed onesto di trasmettere sempre e soltanto delle belle emozioni in movimento!

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