Riattivati i locali del Centro Anti Violenza, l’organismo di supporto alle vittime di violenza che non ha mai interrotto l’attività anche nel periodo dell’emergenza
Riapre il Centro Anti Violenza di Eboli. Una riapertura che riguarda sostanzialmente i locali di via Umberto Nobile, mentre in realtà le attività consentite dell’organismo di supporto e legalità non si sono mai fermate, garantendo supporto ed assistenza sia psicologica, che legale, anche durante il periodo di restrizione domiciliare determinato dall’emergenza epidemiologica.
Con la riapertura dei locali, vengono resi noti anche orari e giorni di apertura della struttura anti violenza: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì ore 9-14; giovedì ore 15-18.
«Recuperiamo anche il riferimento fisico dei locali per il Centro Anti Violenza di Eboli – commenta il sindaco, Massimo Cariello -, rivolgendo un grazie sentito per quanto le responsabili della struttura hanno saputo garantire a chi si è trovato in difficoltà anche negli ultimi due mesi. Nonostante difficoltà e preoccupazioni, l’avvocato Maria Gabriella Gallevi e la psicologa Stefania Lamberti hanno garantito con ogni mezzo l’assistenza di cui tante situazioni di fragilità e vittime di violenza necessitavano. Un grande lavoro, che qualifica chi l’ha svolto e la nostra scelta di attivare il centro antiviolenza».
Attraverso piattaforme di contatto e linee telefoniche, il centro ha continuato l’assistenza, intervenendo per l’acuirsi di tensioni e possibili violenze all’interno dei nuclei familiari nel periodo di restrizione domiciliare da Covid-19.
«Le referenti del Centro Anti Violenza di Eboli hanno continuato ad operare anche nella “Fase 1”, la più difficile per tante vittime costrette a vivere in casa con possibili focolai di violenza – ricorda l’assessore alle pari opportunità, Anna Senatore -, in questo modo mantenendo un rapporto con le loro assistite fatto di vicinanza, consigli e supporto telefonico ed in videochiamate. Grazie a questa loro attività il centro ha potuto continuare le sue attività, non abbandonando nessuno tra quanti si erano rivolti all’assistenza e facendo emergere nuovi casi presi immediatamente in carico».