Eboli: Si al lavoro, no allo sfruttamento
Siamo ormai quasi nel pieno di un’estate, che nella Piana del Sele, si preannuncia affollata di turisti.
E come ogni anno, stabilimenti balneari, attività ricettive, bar e ristoranti, sono alla continua ricerca di personale, principalmente giovane, da impiegare nelle loro attività.
Qualcuno direbbe, bene, io dico, male!
Male, perché, la maggior parte dei ragazzi che nei mesi di luglio, agosto e settembre decidono di lavorare si ritrovano a dover fare un lavoro il più delle volte sottopagato, di 12 ore, di scarsa qualità e molte volte senza contratto.
Avendo vissuto, più volte, anche io questa esperienza voglio condividere con voi un forte no, ad un modus operandi che non dà dignità ai nostri giovani, che non dà certezze e sopratutto non dà ai nostri ragazzi una prospettiva di futuro.
Cari giovani, basta lavori senza contratto, basta lavori dalle 6 del mattino alle 21:00 di sera, basta lavori che invece di dare dignità, sfruttano e mortificano migliaia di ragazzi sul nostro territorio.
Cari giovani, rifiutate questo tipo di sfruttamento.
Cari imprenditori, il lavoro, anche quello stagionale, non è un mercato delle vacche è dignità, un congruo stipendio ed un contratto di lavoro che rispetti le ore, non è un regalo ma un dovere nei confronti di tanti ragazzi che scelgono di lavorare e non di essere mortificati. Tutto ciò, non crea ricchezza, ma danneggia il nostro territorio e tanti altri imprenditori, che fortunatamente, scelgono la strada della dignità e dell’onestà nei confronti dei giovani che vogliono lavorare.
Quindi, cari giovani, ribellatevi.
Quindi, cari imprenditori, non mortificateci, ma dateci dignità.
Un territorio come il nostro, che vive di turismo e di agricoltura, non dovrebbe lasciar andare nessun giovane altrove per cercare lavoro, eppure tanti ragazzi, tanti amici, cercano e trovano questa dignità fuori regione o addirittura fuori nazione.
Tutto ciò è assurdo, tutto ciò non lo possiamo consentire più.
Il nostro territorio, la piana de Sele, ha bisogno di lavoro e non di sfruttamento.