Leggendo i giornali ci viene da dire che finalmente hanno buttato giù la maschera!
Dopo aver sostenuto Mario Conte al ballottaggio, essersi astenuto su linee programmatiche e bilancio e non aver mai votato contro un solo provvedimento dell’amministrazione, il dr. Damiano Capaccio è pronto a passare armi e bagagli in maggioranza, in cambio di una delega alla sanità.
Alla luce dei recenti sviluppi, capiamo, oggi, il perché di tanta disponibilità verso la reggente Amministrazione e francamente assumono significati diversi anche alcune recenti scelte compiute sulle modalità con cui incrementare la dotazione organica del Comune di Eboli, che, oggi, ci sembrano più spinte da esigenze di ridefinire una geometria politica che da reali necessità organizzative.
Un’operazione trasformista, un giochetto di palazzo e di potere, che disvela anche le ambiguità di chi, attraverso Capaccio, tentava sin dall’inizio di precostituirsi una minoranza disponibile e accondiscendente.
Del resto, non ci sembra un caso che diversi esponenti di primo piano della maggioranza di Conte furono tra i più attivi sostenitori della candidatura di Capaccio per poi passare, pochi giorni dopo l’ufficializzazione della sua candidatura, in maniera disinvolta e spudorata, nelle liste dell’attuale sindaco.
All’epoca il PD di Eboli fece una scelta difficile, dettata dalla necessità di evitare di essere subalterno ai suoi avversari politici; una scelta da rivendicare oggi con ancora più convinzione.
Alla luce di tutto ciò, invitiamo, quindi, Capaccio e i suoi amici, ad evitare di chiamarci in causa.
Loro sono liberi di tradire – dopo aver abusato per oltre un anno di tale termine – come hanno sempre fatto, la loro parte politica e gli elettori, ma non raccontino che esponenti del PD hanno preso parte a riunioni o incontri con loro.
Ad Eboli esiste un unico Partito Democratico, con un gruppo dirigente coeso, che si è data all’ultimo congresso una linea chiara di opposizione e di alternativa all’attuale amministrazione Conte e che non è interessata a papocchi e scambi di alcun genere.
Un’ultima considerazione ci appare poi doverosa ed è relativa al nostro congresso che pure è oggetto di attenzione della stampa.
Apprezziamo che in tanti manifestino interesse verso il nostro percorso congressuale, ma sia chiaro a tutti che il PD è una comunità di donne e uomini aperti sì al confronto, ma non un tram su cui salire o scendere a seconda delle convenienze del momento, da blandire prima per ottenere una candidatura e da rinnegare se poi le proprie ambizioni vengono frustrate; non è il luogo in cui militare se lo si dirige e da bombardare se si smette di guidarlo.
Ma soprattutto sia chiaro che difenderemo con forza la nostra autonomia e non consentiremo a nessuno di inquinare il ruolo che il voto popolare ci ha affidato di principale forza dell’opposizione in Città.