Settantacinque anni fa, oggi, venivano abbattuti i cancelli di Auschwitz, il più grande campo di sterminio nazista. Quei cancelli spalancarono, di fatto, gli occhi dell’Europa e del mondo sulle atrocità messe in atto in quella diabolica e disumana strategia di morte che fu la “Soluzione Finale”, voluta da Hitler.
Ad Auschwitz morì più di un milione di persone, molte delle quali ebrei. Altri cinque milioni perirono negli altri campi di sterminio o nei ghetti. Uccisi dalla fame, dagli stenti, dalla malattia. Bruciati nelle camere a gas e soffiati via, nel vento, come nuvole cariche di morte. Donne, uomini e bambini vittime dell’odio. Un odio cieco e insensato. Folle, disumano che non si ferma davanti a nulla, che acceca, distrugge, annienta.
Oggi nella giornata dedicata a tutte le vittime dell’Olocausto come in tutti i nostri giorni, i nostri occhi e quelli del mondo intero devono restare spalancati. Per fare memoria di quell’orrore, per ricordare e riflettere. Perché è solo tenendo gli occhi ben aperti su ciò che è stato, senza mai distogliere lo sguardo, senza voltarci dall’altra parte fingendo che nulla sia accaduto, che noi potremo evitare che tutto possa ripetersi.
La Città di Eboli, Città di Pace, non dimentica e continua a promuovere momenti di riflessione e di incontri a partire dalle scuole. Perché il futuro sono i giovani e a loro abbiamo il dovere di consegnare un mondo più buono.