Rimane ampio anche se il trend si mostra in calo il gap retributivo uomo-donna: nel 2017 si attesta a +7,4% rispetto al 2014 (+8,8%) per effetto di una maggiore crescita della retribuzione oraria mediana delle donne (+2,4%) rispetto a quella degli uomini (+1%). E’ quanto emerge dal rapporto Istat sui differenziali retributivi in Italia.
E’ “notevole” anche il differenziale retributivo – pari al 13,8% -tra i lavoratori nati in Italia e quelli nati all’estero: questo, infatti, è pari al 13,8%. La retribuzione oraria mediana dei rapporti di lavoro di dipendenti nati in Italia (che sono l’83,3% del totale) è pari a 11,53 euro, superiore di 1,40 euro rispetto a quella dei lavoratori nati all’estero.
In generale la retribuzione oraria è risultata in crescita dell’1,7% nel 2017 rispetto al 2014, dello 0,4% rispetto al 2015 e dello 0,3% rispetto al 2016. Nel 2017 la metà delle posizioni lavorative percepisce una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,25 euro (valore mediano). Ordinando le posizioni lavorative secondo il valore crescente della retribuzione oraria, la mediana è il valore della retribuzione della posizione lavorativa centrale. Tale retribuzione oraria mediana fa registrare nel 2017 un aumento dell’1,7% rispetto al 2014, Le retribuzioni orarie sono differenti in base alle caratteristiche del contratto di lavoro. Per ognuna di tali caratteristiche si calcolano i differenziali retributivi come rapporti tra le retribuzioni mediane di diversi gruppi di lavoratori e quella del gruppo di riferimento. In particolare i gruppi di riferimento sono per il ”Tipo di contratto” le posizioni a “tempo determinato”, per la qualifica quelle degli ”Apprendisti”, per il regime orario quelle dei ”Tempo parziale” e per l’intensità di lavoro quelle a basso input.
Le tipologie di lavoro più diffuse, ovvero i contratti a tempo indeterminato (pari al 65,5% dei rapporti totali) e i contratti a tempo pieno (pari al 68,3% dei rapporti totali) presentano una retribuzione oraria più alta rispetto alle altre tipologie. In particolare, la retribuzione oraria mediana dei lavoratori con contratto full-time (11,98 euro) è del 19% superiore a quella dei part-time, mentre per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato il differenziale retributivo è più alto del 17,4% rispetto a quelli a tempo determinato. A livello di qualifica contrattuale nel 2017 gli impiegati e i dirigenti percepiscono una retribuzione oraria mediana pari a 14,04 euro ovvero il 65,4% in più rispetto agli apprendisti; per gli operai, che rappresentano il 62% circa delle posizioni lavorative totali, lo stesso differenziale è pari al 23,7%. Le posizioni lavorative con almeno 90 giornate retribuite nell’anno, definite ad alto input di lavoro, rappresentano il 75% circa del totale e registrano una retribuzione oraria mediana di 11,65 euro, con un differenziale retributivo del +13,5% rispetto a quelle a basso input.
(adnkronos)