Piccolo viaggio nella gastronomia sarda
In sardo la si chiama buttàriga e, innegabilmente, la storia della bottarga è legata a doppio filo a quella della Sardegna. Tremila anni fa venne importata dai Fenici e diffusa nel Mediterraneo dagli Arabi che la soprannominarono “battarikh”, ovvero “uova di pesce salate” e nel tempo divenne una rinomata pietanza, tanto da essere utilizzata come dono regale e non solo: sembra siano state rinvenute tracce anche all’interno di alcune piramidi. Ecco perché le sue origini risultano essere ancora più antiche e vengono datate nientemeno a cinquemila anni fa, dimostrando ancora una volta il buon gusto della civiltà Egizia: essendo il fiume Nilo abbondante di muggini, dalla loro pescagione si ricavavano le uova, per poi venire salate e pressate. Il procedimento nel tempo è rimasto praticamente invariato ma affinando le tecniche di lavorazione, molti si tramandavano questo mestiere di generazione in generazione. Fino ai giorni nostri. La bottarga si trova lavorata in due modi, ovvero macinata o in baffa e la sua produzione, benché si possa trovare in altre regioni, è principalmente sarda. La più rinomata viene dalla zona oristanese, più precisamente dallo Stagno di Cabras, mentre Carloforte è conosciutissima per la bottarga di tonno rosso.