ARTICOLO EDITATO SUL NUMERO DI APRILE DI INEBOLI
Felice Cuomo è un grande intellettuale e un grande uomo. Poeta, musico, scrittore, e soprattutto un uomo dal cuore infinito, con la vocazione per la cultura.
“V’è in terra un arcano splendore
Che sembra vibrato dal cielo:
ma vive la vita d’un fiore.
Fanciulla, il suo nome è beltà”.
(Felice Cuomo-Parvula)
Felice Cuomo non è conosciuto da tutti, eppure la sua vita, dedita alla cultura, lo pone certamente fra “i santi” della scrittura. Poliedrico, amabile, educato, testardo, si destreggia con maestria fra poesia, scrittura, musica e dediche. Nasce a Eboli il 26 novembre del 1874 da una famiglia di origine modesta, che non può offrirgli un’istruzione superiore. Nonostante ciò, la sua curiosità e la sua bramosia di sapere lo portano verso lidi che lui non immagina.
Autodidatta, scrive il suo primo lavoro, i Pergolesi, un poema composto da cinque canti.Felice Cuomo dona tutto se stesso alla scrittura, tanto che quando diviene docente (insegna prima nel Seminario Arcivescovile di Salerno e poi al Liceo Classico di Eboli) preferisce donare il suo stipendio o spenderlo per la stampa dei suoi testi: la sua ricchezza è il sapere. Munifico d’animo, a tal punto che egli regala a chiunque incontra i suoi versi, stampati su minuscoli opuscoli che porta sempre con sé.Ama Eboli, il Borgo dov’è nato, ama gli ebolitani e gli ebolitani lo amano.Muore il 10 giugno 1957, lasciando una grande ricchezza in chi lo ha incontrato.
Ho “conosciuto” Felice Cuomo (che in precedenza, apprendevo soltanto di nome) grazie al Centro Culturale Studi Storici- “Il Saggio”, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia,tenutasi dal 18 al 21 marzo a Eboli, e ho subito amato l’animo di Don Felice, così veniva chiamato da molti. Un libro da consigliare, che mi ha arricchito tanto, è Felice Cuomo, il poeta triste, a cura diGiuseppe Barra e Vitina Paesano, edito dalCentro Culturale Studi Storici- “Il Saggio”.