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La vigilia del 23 giugno si festeggia San Giovanni Battista: strettamente connessa al solstizio d’estate, suggestiona ed incanta con le sue leggende. La “guazza di San Giovanni”- fatta con la rugiada del mattino in cui si immergono erbe come la melissa, la menta, il timo o l’iperico, detta anche erba di San Giovanni- è famosa per le sue proprietà curative. Inoltre l’iperico allontana gli spiriti maligni e nel Medioevo si credeva tenesse lontane le streghe. Streghe che in questa notte festeggiano accendendo falò, volando al Sabba sotto il noce di Benevento, pronte ad ammaliare chiunque. Ma questa è anche la notte dell’amore: tutte le fanciulle in età di marito, possono conoscere la loro sorte: dal piombo fuso, all’albume nella bottiglia o alle fave sotto al cuscino, ogni rito cerca di auspicare la fortuna. E chi non vuole praticare la magia può dedicarsi alla cucina, con un bel piatto di lumache al sugo o alla raccolta delle noci per il famoso nocino. Nel Medioevo si cucinavano le lumache per scongiurare il maligno, perché provviste di corna, ricordavano Lucifero. Fra iperico, streghe, lumache, paganesimo e cristianesimo, anche questa notte la tradizione, vivrà.
Giovanna Iammucci
Scritto da: Associazione Comunicare
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