Auguri a Rivera per il suo 77° anno e un caro ricordo del “gemello” Roberto Rosato.
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Auguri a Rivera per il suo 77° anno e un caro ricordo del “gemello” Roberto Rosato.

di Vittorio Campagna

18 agosto 1943 nasce Gianni Rivera, il Golden boy del calcio italiano. Esordisce con l’Alessandria nel campionato italiano in Alessandria Inter 1-1, il 2 giugno, del 1959, all’età di 15 anni e 10 mesi. L’anno dopo si trasferisce al Milan con cui vince tutto a livello di club: tre scudetti (1962-1968-1979); quattro coppe Italia (1967-1972-1973-1977); due Coppe dei Campioni (1963-1969); una Coppa intercontinentale (1969); due Coppe delle Coppe (1968-1973); ha disputato 528 partite in serie A con 122 gol; Con la nazionale ha collezionato 60presenze con 14 gol all’attivo, contribuendo alla conquista del Campione d’Europa per nazioni (1968); quattro partecipazioni ai Campionati Mondiali per nazioni (1962-1966-1970-1974); ma soprattutto, è stato il Il primo “Pallone d’oro” italiano” (1969).

 

Subito appellato il “Golden Boy”, il “ragazzo d’oro” del calcio italiano per la sua classe cristallina, divenne subito il trascinatore del tifo dei colori rossoneri. Accarezzava la fantasia dei nuovi tifosi, i quali sposavano la causa rossonera da subito, soprattutto grazie al suo nome. Allora, non c’era adolescente che non venisse ammaliato dalle sue giocate, raccontate soprattutto dai giornali e dalle poche immagini televisive all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso. Del resto, a parte qualche influenza da parte di qualche adulto, il tifo nasce spontaneo proprio così: è legato al personaggio più rappresentativo della squadra del momento. Codesti momenti forti sono rivissuti con più intensità nel periodo di “magra”, quando la squadra del cuore è a corto di risultati; e allora ci si aggrappa al passato “glorioso”.

 

Di Rivera si sa’ tutto, gli almanacchi e soprattutto la “Panini” riportano da sempre gli anni d’oro calcistici; ma pochi conoscono la sua forte e grande personalità sin dall’adolescenza. Pur avendo abbandonato la scuola giovanissimo (terza media), per dedicarsi al calcio, era il più forbito nel linguaggi fra i suoi colleghi di ogni età. Per dare un’idea chi fosse stato il Rivera calciatore in erbapropongoun aneddoto cui sono legato sin dall’adolescenza. Correva l’estate del 1959, il calcio mercato all’Hotel “Gallia” era chiuso. Rivera era stato acquistato dal Milan, ma permettendo di restare “in prestito” un altro anno all’Alessandria. Tutto normale, fino a quando, suo padre e lo stesso Rivera, si presentano alla sede del Milan, ricevuti dal grande GipoViani. Gli uni difronte all’altro, va in scena il seguente colloquio.

 

Viani prende la parola e rivolgendosi esclusivamente a Rivera padre, presenta l’offerta di contratto; un po’ condizionato, quest’ultimo accetta tutte le condizioni del dirigente del Milan. A un certo punto, interviene il non ancora sedicenne calciatore, a dire “la sua” sulla proposta intavolata dal rappresentante del Milan. Non fa in tempo neanche ad aprire la bocca che viene “zittito” da Viani. Allora, lui prende la parola e con garbo rivolgendosi al padre, dichiara: <<Andiamo via, non vedo che motivo mi spinga a restare ancora  qui>>.  Allora, il buon Gipocomprese che persona avesse davanti: un ragazzo fatto uomo precocemente.

 

Codesta personalità l’ha affermata in due nuovi eventi: quando nel 1968 creò con Sergio Campana l’A.I.C., acronimo di Associazione Italiana Calciatori, e quandoprese posizione, nel 1973, contro  Campanati (capo degli arbitri), contro Lo Bello, e infine Michelotti per i continui errori arbitrali, contro i quali non frenò la lingua, “buscandosi” una squalifica di circa tre mesi. Codesto spirito autarchico lo condusse a presentarsi come parlamentare, sponda D.C., nel 1987, venendo regolarmente eletto e confermato fino al 2001, quando fu sbarrato da Silvio Berlusconi.

 

Oggi, però è anche il compleanno di un altro grande milanista: Roberto Rosato, il più forte stopper degli anni ’60 e ’70, nato anche lui nella stessa data di Rivera, da essere chiamati i gemelli del Milan. Purtroppo, è deceduto il 20 giugno 2010; ma resterà per sempre nel cuore dei milanisti che l’hanno seguito durante la sua carriera calcistica.