È UNA CAMPAGNA REFERENDARIA CONTRO IL “SI” O CONTRO IL GOVERNO?
Elezioni Italia

È UNA CAMPAGNA REFERENDARIA CONTRO IL “SI” O CONTRO IL GOVERNO?

Di Vittorio Campagna
Domenica 20 e lunedì 21settembre si voterà per le “Regionali”; ma anche per la riduzione dei parlamentari dei due rami del parlamento, rispettivamente dagli attuali 630 a 400 alla Camera dei Deputati, mentre quelli del Senato da 315 a 200, e degli articoli 56,57 e 59 della Costituzione.

L’8 ottobre del 2019 la nuova legge è stata votata quasi all’unanimità da tutti partiti della maggioranza (M5s, Pd, Iv e Leu) e minoranza (Lega, FI e FdI), senza alcuna particolare astensione. In un secondo momento settanta parlamentari hanno presentato una proposta referendaria sulla nuova legge da sottoporla alla volontà dei cittadini. Secondo i media e dichiarazioni di molti, i settanta parlamentari, eccetto alcuni, appartengono alla categoria dei “transeunti”, al “gruppo misto” e ai “piccoli partiti”, tutti paurosi di non essere rieletti in caso di riduzione dei parlamentari. Quindi, è gioco di poltrone.
Purtroppo, ai “settanta” si sono uniti tutti i partiti della “Destra” che in Parlamento hanno votato a favore della nuova legge, scatenando una guerra serrata contro il “SI” con motivazioni labili e diverse dai primi, le quali si rivelano serie e drammatiche per la stessa democrazia, tradendo il loro voto in parlamento. Tra i parlamentari più accaniti a favore del “NO”, è Carlo Calenda, ripreso più volte nei talk schow di Rete4 e La7, e la Meloni; mentre, le testate destrorsi, come “Il Giornale” e altre meno note, danno un sostegno sostanziale al “NO”, secondo le indicazioni dei partiti.

Favorevole al “SI” è rimasta una sola forza politica e coerente con il voto dato: il M5S; il quale conferma i motivi addotti:
a) Adeguarsi agli altri paesi europei che hanno tutti meno parlamentari dell’Italia per circa il 30% pur avendo essi più abitanti o lo stesso numero: la Germania (709 con voto
diretto su 82 milioni di abitanti); Francia (577 con voto diretto su 67 milioni di abitanti); Spagna (558 con voto diretto su 47 milioni di abitanti); Regno Unito (650 con voto diretto su 67 milioni di abitanti). Pertanto, in questa graduatoria l’Italia si piazza al primo posto assoluto con i suoi circa 1000 parlamentari per 60 milioni di abitanti, senza concorrenza per i parlamentari eletti direttamente dal popolo. I paesi non menzionati sono tutti alle spalle dell’Italia in percentuale.
b) Eliminare i parlamentari assenteisti cronici, proposti dalla nomenklatura con le liste bloccate.
c) Un risparmio annuo di 81,6 milioni di euro per il solo bilancio del Parlamento (non su altro), oltre alle 300 pensioni d’oro in meno in prospettiva futura che graverebbero sull’Inps.
d) È un taglio di giustizia sociale condiviso da tutti, almeno prima della bagarre referendaria degli ultimi giorni, legato al taglio degli stipendi e ai privilegi esistenti a favore dei parlamentari.

I favorevoli al “NO” adducono principalmente la presunta ridotta rappresentatività del paese nel rapporto “Parlamentare-cittadino”. A detta di tutti, però, è un problema che non sussiste perché oggi, più di ieri, a rappresentare i cittadini sono le Regioni, quindi i Presidenti Regionali appellati oggi opportunamente: “Governatori”, alla maniera americana per la loro vasta autonomia.

In realtà, in base alle dichiarazioni rilasciate da parlamentari che hanno rigettato il loro voto in Parlamento, emerge che i veri motivi sono altri; eccone una carrellata. “Il Giornale” del 14/9/2020: <<Referendum! “Svolta della Meloni: “Con il “NO” vanno a casa”>>; “La Repubblica” del 10/8/2020: <<Votiamo “NO” per mandare a casa Di Maio>>; <<Votiamo “NO” e mandiamo a casa il governo Conte>>; Carlo Calenda: <<Votiamo “NO” e mandare di Maio a pulire il mare>>; “Il Giornale” del 19/9/2020: <<Berlusconi: “Votate contro gli inadeguati”. E sono solo alcune dichiarazioni ufficiali. Pertanto, è un referendum contro il “SI” o contro il Governo e il M5S?

Per quanto sopra si deduce che è più una lotta contro il “M5S” che aveva proposto la legge, che una guerra contro il “SI” “Sic et simpliciter”. È ciò che emerge dalle dichiarazioni Ufficiali.