CORSI E RICORSI: ERA IL MESE DI DICEMBRE DI 25 ANNI ADDIETRO E LA PIETANZA ITTICA CONTINUA AD IMPERVERSARE NELLA POLITICA LEGHISTA.
FOTO E ARTICOLO TRATTI DA ADNKRONOS
Quando le sardine furono il piatto del ribaltone di Bossi
di Vittorio Amato
La sardina come guest star della politica. Il piccolo pescetto, capace di rendere gustoso un pasto frugale, oggi dà il nome a un nuovo movimento diventato simbolo della protesta anti-Salvini. Ma in passato, ben 25 anni fa, fu il protagonista di una cena storica, consumata a casa di Umberto Bossi, che portò al famoso ribaltone, ovvero alla caduta del primo governo Berlusconi. Correva il 23 dicembre del 1994. Il ‘Senatur’, allora leader della Lega Nord, quella ‘dura e pura’ delle origini, ospitò nel suo piccolo appartamento romano, all’Eur, Massimo D’Alema e Rocco Buttiglione, rispettivamente, segretari del Pds e del Ppi. Davanti a un piatto di sardine con il pan carrè e l’olio, qualche lattina di birra e di Coca-Cola, i tre politici firmarono il ‘patto delle sardine’ appunto, sancendo così la fine dell’esperienza a palazzo Chigi del Cav e l’arrivo del tecnico Lamberto Dini.
”Da allora – dice con un sorriso l’ex ministro all’Adnkronos – è passata un’era geologica. Il mio disegno era semplice: battere Berlusconi per salvaguardare uno spazio politico e costruire un partito al centro. L’obiettivo era incorporare il movimento berlusconiano dentro un partito di natura democristiana. In parte, la prima tappa del percorso riuscì. La seconda, invece, quando proposi a Berlusconi un’alleanza chiedendogli di non presentare liste alle regionali, ma di consentire liste del partito popolare, non andò a buon fine, perché ci fu la scissione del Ppi…”.
Oggi lo scenario è totalmente cambiato: Salvini è il primo partito del centrodestra, la Lega ‘traina’ la coalizione e le ‘sardine’ provano a scardinare l’onda sovranista. Buttiglione non ha rimpianti, ma tira le orecchie al presidente di Fi, suo ex compagno di governo : ”Bisognava fare un partito del centrodestra. Berlusconi non ha voluto ed è finito nelle mani di Salvini…”.