E’ stato depositato a Milano il ricorso d’urgenza dei commissari straordinari dell’ex Ilva con cui si chiede ad ArcelorMittal di rispettare gli accordi presi in precedenza, visto che non sussisterebbero le condizioni per chiedere il recesso dal contratto d’affitto. Si tratta di una possibilità data dall’ultimo comma dell’articolo 70 del codice di procedura penale che concede la possibilità di intervenire in una causa in cui si ravvisa un pubblico interesse. Il procuratore Francesco Greco ha invitato il coordinatore del secondo dipartimento Maurizio Romanelli a seguire le modalità di intervento che sarà seguito dai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, titolari del procedimento relativo alla bancarotta della società Ilva.
Nel frattempo la procura di Milano ha aperto un’inchiesta attualmente senza reati né indagati. Al centro ci sarebbe il contratto d’affitto da cui ArcelorMittal vuole recedere. A quanto si apprende da fonti giudiziarie, i pm potrebbero concentrarsi su reati economico-societari, anche se l’inchiesta è alle prime battute. L’indagine è stata assegnata stamane ai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, gli stessi che, nella primavera del 2016, avevano chiesto il fallimento della controllante Riva Fire.
E’ iniziato intanto l’incontro al ministero dello Sviluppo economico tra ArcelorMittal e Fim Fiom e Uilm. Al tavolo anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Per l’azienda presente l’ad ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, mentre per i sindacati sono presenti i leader di Cgil, Cisl e Uil e quelli delle sigle metalmeccaniche.
“Dobbiamo combattere la disinformazione, come su Ilva e sullo scudo penale. Mittal lascia Taranto per lo scudo? E come mai lascia anche la Polonia e il Sud Africa? Non ci facciamo prendere in giro…” ha detto Luigi Di Maio in una diretta Facebook. “Loro avevano fatto i conti – ha aggiunto – pensavano di poter produrre e mettere sul mercato 8 mln di tonnellate da Taranto, dopo un anno hanno detto: ‘ci siamo sbagliati, sono 4 mln’. Quando glielo fai notare ti rispondono dei dazi, ma loro sapevano benissimo, quando hanno rilevato l’ex Ilva, che sarebbero stati introdotti. Se a un imprenditore o a un commerciante le cose gli vanno male non è che lo Stato va lì e paga tutto quel che non riesce, anche per loro dobbiamo farci rispettare e far restare a Taranto” ArcelorMittal. Dunque, “si mettano al tavolo e si trovi una soluzione. E’ inaccettabile che dopo un anno dicano ‘ce ne andiamo’”.
Le organizzazioni sindacali di Fim Cisl e Fiom Cgil, le rappresentanze sindacali unitarie e tutti i lavoratori della ditta ‘Pietro Lacaita’, impegnati nei cantieri di ArcelorMittal, Arsenale e Torricella di Taranto, hanno proclamato uno sciopero dalle 7 di oggi fino a fine turno dopo che l’azienda ha comunicato ufficialmente che le retribuzioni del mese di ottobre 2019 “saranno riconosciute a data da destinarsi”, a causa “dei mancati pagamenti delle fatture scadute da parte della committente ArcelorMittal”. Si tratta di una condizione, spiegano i sindacati, “che non è più sopportabile dai lavoratori e dalle rispettive famiglie”.
fonte adnkronos